A tu per tu con l’orrore di Auschwitz. "Un dovere vigilare sulla storia"

Il sindaco Masetti e il viaggio in «treno» ai campi di sterminio

Il sindaco Paolo Masetti (a destra) in Polonia con la delegazione toscana del Treno della Memoria

Il sindaco Paolo Masetti (a destra) in Polonia con la delegazione toscana del Treno della Memoria

Montelupo, 27 gennaio 2015 - Un pugno nello stomaco. Un concentrato di emozioni forti. Un’esperienza per toccare con mano la banalità del male. Un viaggio nel dolore per conoscere e far conoscere le atrocità dei campi di sterminio nazisti: per non dimenticare.

Il Treno della Memoria è tornato da pochi giorni. Lo sguardo fuori dal finestrino; i vagoni carichi di pensieri, emozioni, riflessioni. Ognuno degli studenti che ha preso parte all’iniziativa ha fatto il suo bilancio dell’ esperienza vissuta. Sgomento, rabbia, indignazione. Impotenza, disagio, sofferenza. Tutte sensazioni vive oggi più che mai nella Giornata della Memoria.

REDUCE dal viaggio che ha portato ad Auschwitz e Birkenau 500 ragazzi da tutta la Toscana (tra loro gli studenti empolesi dell’Isis Pontormo, del Virgilio e dell’ Enriques di Castelfiorentino) anche il sindaco di Montelupo Paolo Masetti, delegato alla memoria per l’Unione dei Comuni.

«La mia prima visita ai campi di concentramento? Un’esperienza importante come amministratore, ma soprattutto come uomo» ha riassunto al suo ritorno.

Tante e significative le domande degli studenti rivolte ai testimoni della Shoah: struggenti i racconti di Antonio Ceseri, internato militare sopravvissuto alla strage di Treuenbrietzen, Marcello Martini, giovanissima staffetta partigiana sopravvissuta a Mauthausen, Vera Salomon Michelin, giovane antifascista sopravvissuta alla prigione nazista. Le sorelle Bucci, piccole vittime sopravvissute all’inferno di Birkenau e Vera Vigevani, che oltre alla tragedia del nazismo ha vissuto la dittatura della giunta militare in Argentina. «L’incontro con gli ultimi testimoni è stata un’esperienza importante per me e per tutti gli studenti che hanno compiuto questo viaggio – ricorda Masetti – Testimoni che hanno raccontato la loro storia con il sorriso sulle labbra. Con la voglia di reagire e di riprendersi la propria vita».

La burocrazia della morte descritta nella sua tragica «efficienza, efficacia ed economicità. Immagini, odori, attimi che restano dentro».

«Un’iniziativa lodevole quella della Regione – sottolinea il sindaco – E’ necessario farne tesoro. Proprio per questo ho proposto alle insegnanti e agli studenti del nostro territorio di organizzare un incontro, fra un mese, per condividere dopo un po’ di tempo le impressioni sul viaggio. Per restituirle anche a tutti quelli che non sono saliti sul treno».

Non un appuntamento fisso da segnare in calendario, ma il frutto di un percorso che va avanti tutto l’anno. «Il Giorno della Memoria – evidenzia Alessio Mantellassi, rappresentante Aned – è il momento culmine di un’azione che si protrae nel tempo. Dobbiamo evitare il rischio di cadere nella ritualità delle cose».

«Come cittadini delle nostre comunità, ed ancor più se si hanno responsabilità di governo – conclude Masetti – abbiamo il dovere di vigilare perchè gli errori e gli orrori della storia non si ripetano ancora. La memoria è indispensabile ma non basta. È necessario fare un ulteriore sforzo, opporsi al subdolo razzismo della porta accanto e all’intolleranza nei confronti dei diversi e delle diversità. Non scendiamo mai dal Treno della Memoria. Mai».