Gli eroi della Misericordia a Lampedusa: "Ma al dolore non ci si abitua mai"

Il racconto-choc dei volontari empolesi durante i soccorsi

Volontari al lavoro

Volontari al lavoro

Empoli, 25 aprile 2015 - Urla strazianti di dolore. Mani tese in cerca di un appiglio. Occhi smarriti che si accendono di speranza nella notte, sul molo di Lampedusa. Una settantina di corpi sfibrati, sofferenti, ma vivi. Eccetto una donna, morta durante la traversata. E’ uno degli ultimi sbarchi avvenuti sull’isola siciliana. A gestire l’emergenza c’erano anche due empolesi: Daniele Lucarelli, dipendente della Misericordia di Empoli, arrivato sull’isola la mattina stessa (giovedì 16 aprile) insieme ad una task force allestita dalla confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, guidata dal responsabile nazionale dell’area servizi, Gionata Fatichenti, l’altro empolese.

«La nave della Guardia di Finanza li aveva recuperati ad una ventina di miglia dalle coste italiane – racconta Lucarelli, tornato da Lampedusa pochi giorni fa – I migranti si trovavano su un gommone in mezzo al mare. Quando hanno raggiunto il porto li abbiamo aiutati a scendere sul molo. Una quindicina era ustionata gravemente a causa dell’esplosione di una bombola a gas a bordo dell’imbarcazione su cui i migranti viaggiavano». Lucarelli è abituato a lavorare in situazioni difficili. Ha preso parte a molte emergenze, compreso il terremoto dell’Aquila, è stato ad Haiti e in Burkina Faso, ma alla sofferenza non ci si abitua mai.

«Soprattutto quando ti viene trasmessa dalle persone che stai soccorrendo. Ho ancora negli occhi l’immagine di quella donna a cui ho tenuto la mano sul molo fino al suo trasferimento in ambulanza. Aveva ustioni su tutto il corpo, compresi i piedi. Non riusciva a camminare. Nè potevamo prenderla in braccio: come la toccavamo urlava dal dolore. Avevamo solo tre barelle a disposizione e i feriti erano tanti. Sono rimasto accanto a lei cercando di tranquillizzarla. Finalmente quando è toccato il suo turno è stata caricata sull’ambulanza e trasportata al poliambulatorio dell’isola e da qui con l’elisoccorso a Palermo».

La missione dell’operatore empolese a Lampedusa è durata tre giorni. «Il nostro compito era quello di verificare la situazione dell’emergenza sbarchi e pianificare l’invio di volontari a supporto della task force della Misericordia che sta operando nel Centro di primo soccorso e accoglienza sull’isola. Il centro è sovraffollato: a fronte di 400 posti disponibili, al nostro arrivo erano presenti circa 1700 migranti. Dormono un po’ ovunque e disposti in file lunghissime aspettano di poter prendere un pasto o telefonare. Per quello che ho potuto vedere – conclude Lucarelli – all’interno della struttura si respira un’atmosfera tranquilla e serena: i bambini che giocano nel piazzale riescono a strapparti anche un sorriso».

Irene Puccioni