Meningite, la paura del contagio. Folla all’assemblea con gli esperti

L’anziano ricoverato frequentava anche la Sala 78 di Ponte a Elsa

Una vaccinazione anti meningococcica. Foto Shtilla/Fotocronache Germogli

Una vaccinazione anti meningococcica. Foto Shtilla/Fotocronache Germogli

San Miniato, 8 febbraio 2016 - Nella parrocchia di Santa Maria Assunta, a Bassa di Cerreto, ieri pomeriggio è stata celebrata la messa in ricordo di Giovi. Aveva soltanto 13 anni Giovanni Locci, un meraviglioso vivacissimo bambino quando fu ucciso dalla meningite di tipo C, il 7 febbraio di un anno fa. Ad animare la celebrazione, in una chiesa con i genitori e tanti amici e compagni di scuola di Giovi, i giovani della Gioventù ardente mariana di cui faceva parte anche il ragazzino di Bassa, prima delle quattro vittime del batterio nell’Empolese Valdelsa da un anno a questa parte. Gli amici di Giovi hanno esposto un cartellone con delle dediche piene di affetto. Come questa: « Che cos’è un amico? Nessuno lo può dire, centomila libri non lo sanno spiegare nonostante ogni giorno esca fuori uno con una teoria e con qualche bella idea. Ancora non me l’hanno detto, come mai un casino sembra un posto perfetto. Quanto abbiamo riso e quanto rideremo, come quella volta che avevi la faccia da scemo e forse è tutto qui, cosa vuoi che dica ?! Forse siamo io e te il bello della vita. Ti voglio un bene dell’anima, mi manchi».

Intanto, il caso del 75enne di Ponte a Egola, ricoverato al San Giuseppe per meningite di tipo C, desta molta preoccupazione. Sabato sera il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asl Gabriele Mazzoni ha incontrato i cittadini insieme al sindaco di San Miniato, Vittorio Gabbanini, per dare informazioni sulla profilassi e somministrare eventualmente la pasticca di antibiotico. L’annuncio è stato dato nella sala della Casa Culturale, gremita per il consueto appuntamento con la tombola. Mazzoni ha spiegato che «il contagio può avvenire solo con un contatto ravvicinato di circa mezzo metro, dunque non è così semplice ammalarsi. Per chi vuole stare tranquillo c’è comunque la possibilità di fare la profilassi che consiste in una pasticca di antibiotico. Non ha effetti collaterali ma la copertura è di circa una settimana. In realtà le profilassi veramente necessarie sono state fatte poco dopo il ricovero dell’anziano di Ponte a Egola: «Sono state sottoposte a profilassi almeno 50 persone tra familiari e conoscenti – spiega Mazzoni – e sono andato a cercarli personalmente a Ponte a Egola per agire in tempo». L’uomo di 75 anni però era un tipo attivo e frequentava diversiluoghi, dalla Sala 78 a Ponte a Elsa alla Casa Culturale di San Miniato Basso fino al bar Eni a Ponte a Egola, e per questo non è stato semplice ricostruire tutti i contatti avuti.