Maltempo, il meteo si divora il fatturato delle aziende agricole

Il bilancio dei danni dall'inizio dell'anno arriva tocca la cifra monstre di 200 milioni di euro

Una vigna (Fotocronache Germogli)

Una vigna (Fotocronache Germogli)

Empoli, 22 settembre 2014 - Acquazzoni e precipitazioni “fuori stagione”, bombe d'acqua (flash flood) ed eventi atmosferici estremi come trombe d'aria e grandinate hanno ridotto fino al 90% i fatturati delle aziende agricole procurando danni per milioni di euro a strutture, ricoveri agricoli, attrezzature e produzioni. Compromessa la capacità finanziaria di reazione con le aziende che si sono viste aumentare da una parte i costi di gestione e produzione, e dall’altra crollare le vendite per la mancanza di prodotto da inserire nei mercati. L’ultima ondata di maltempo ha colpito senza preavviso al cuore l’agricoltura toscana portando a 200 milioni il bilancio dei danni dall’inizio dell’anno caratterizzato dal luglio più piovoso di sempre e da temperature che hanno mandato in tilt la campagna. A fornire un nuovo aggiornamento è Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it) che ha provveduto a raccogliere, nelle zone interessate dall’ultima folle ondata di perturbazioni, testimonianze e bilanci. I danni più pesanti sono stati registrati nell’Empolese Valdelsa, zona di produzione del Chianti in particolare nei comuni di Vinci, Fucecchio e Cerreto Guidi, dove sarebbe dovuta continuare la vendemmia. Per molti è già finita. Si trovano lì la società agricola “La Doccia” e l’azienda agricola “Fra Lupaia”. “Un disastro. La vendemmia è finita ancora prima di iniziare. Avevamo ancora 5 ettari di uva da raccogliere. Anche per l’olio, la situazione è la stessa”. Per Sara Viviani, de “La Doccia”, la stagione finisce qui. “La grandine è riuscita a piegare i pali di sostegno delle viti. Ad un chilometro di distanza da qui sembra di essere in un altro stato. Qui sembra che ci sia stata la guerra”. Nella sua azienda, unabellissima realtà della zona, mulinelli e raffiche di vento hanno scoperchiato anche i capannoni per il ricovero dei mezzi e danni alle strutture. Anche Gianluca Petrucci, del “Fra Lupaia”, a Vinci, è un importante produttore di Chianti. “Non c’è rimasto nemmeno più un grappolo da raccogliere sulle viti. Sono tutti a terra, rovinati, maciullati”. L’uva che sarebbe dovuta finire nelle gerle tra lì e qualche giorno rappresentava il core business dell’azienda. 800 quintali di uva rossa, pronta per diventare Chianti, annientata in pochi minuti. “Non si può descrivere il dolore, la frustrazione e l’impotenza. - racconta – L’annata prometteva anche molto bene: gli acini erano generosi e belli, la gradazione giusta. Noi si campa con la vendita del vino. E ora? C’è rimasta un po' di uva bianca, raccolta nelle scorse settimane, e forse un tinello di vino. Non c’è rimasto nulla da raccogliere”. Nella zona sono numerose le aziende che stanno contando i danni come l’azienda agricola “Lampeggi Federico” che ha perso 8 ettari di erba medica e 3 di girasole, e l’azienda agricola di Roberto Castaldi, una delle tante aziende che fanno parte della rete di Campagna Amica.