“La Tares? Un gran pasticcio causato da nuove norme e poca informazione”

Dopo l'intervista al presidente di Publiambiente Paolo Regini, arriva l'intervento del sindaco di Empoli Brenda Barnini sulla tassa che ha fatto infuriare molti operatori economici anche nell'Empolese Valdelsa

Tares

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Empoli, 11 settembre 2014 ­- Una grossa patata bollente che, loro malgrado, si sono trovati per le mani e che in qualche modo dovranno far raffreddare. La questione Tares (con il salasso­saldo 2013 in arrivo per tanti operatori economici) sta infuocando quest’ultimo scorcio d’estate. E anche i nuovi sindaci (meno uno, Giulio Mangani di Montespertoli è al secondo mandato, nrd) degli undici comuni dell’Unione stanno ‘subendo’ gli effetti dei pasticci del governo Monti, che all’epoca reintrodusse il principio che la tassa sui rifiuti dovesse basarsi sui metri quadri anziché sulla quantità di rifiuti prodotti. “A distanza di due anni dalle decisioni delle vecchie Giunte sul piano finanziario proposto da Publiambiente, soggetto gestore con affidamento diretto del servizio, ci troviamo ad affrontare il problema del saldo Tares 2013 che per alcune categorie risulta particolarmente oneroso”. A prendere la parola è proprio il presidente dell’Unione dei Comuni e sindaco di Empoli, Brenda Barnini. Lo fa dopo l’intervista rilasciata a La Nazione dal presidente di Publiambiente, Paolo Regini, che agli imprenditori infuriati riunitisi lunedì scorso al ristorante Molo73, ha risposto: “La Tares la decidono i Comuni, noi siamo solo esecutori di un servizio”. La Barnini chiarisce meglio alcuni aspetti: “Il pasticcio della Tares ­ spiega ­ è prima di tutto il frutto di un cambio di normativa operato dal governo Monti il quale reintrodusse il principio che la tassa sui rifiuti dovesse basarsi sui metri quadri anziché sulla quantità di rifiuti prodotti, facendone di fatto una patrimoniale. La decisione che abbiamo preso nella nuova giunta dell’Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelalsa per la Tari 2014 (il nuovo nome della tassa dei rifiuti che rappresenta la componente relativa al servizio raccolta e smaltimento della spazzatura della Iuc, nrd) è stata proprio quella di dimezzare il costo del servizio per quelle stesse categorie tartassate, riequilibrando il rapporto contributivo tra aziende e famiglie”. “Il saldo oneroso del 2013 ­ continua il presidente­ sindaco Barnini ­ può essere rateizzato secondo quanto previsto dai nostri regolamenti comunali in sei rate. A questo punto, però, rimane da discutere di come il soggetto gestore del servizio voglia affrontare le necessarie sfide di innovazione e razionalizzazione dei costi, che un’azienda che si appresta a fondersi nel primo soggetto toscano di gestione dei rifiuti deve necessariamente porsi”. Insomma, la questione resta scottante, anche perché la scadenza del pagamento del saldo 2013 è fissata per la fine del mese. Chi non paga rischia di vedersi arrivare gli emissari di Equitalia. C’è poco tempo per trovare una soluzione, o meglio un compromesso. Il comitato dei ‘dissidenti della tassa dei rifiuti’ si è detto disposto a trattare con le istituzioni e Publiambiente.