La maledizione delle obbligazioni. Volatilizzati 14 milioni di euro

Il salvataggio di Banca Etruria ha salassato molti risparmiatori

La filiale della Banca Etruria di Empoli. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

La filiale della Banca Etruria di Empoli. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 26 novembre 2015 - Il Governo ha preso un provvedimento per salvare alcune banche, tra cui Banca Etruria di Arezzo, che versavano in bruttissime condizioni economico-finanziarie. Ha dovuto farlo in fretta perché il rischio concreto era quello di incappare dall’anno nuovo nelle punitive norme europee. Le misure decise hanno messo in sicurezza i conti correnti ma hanno falcidiato i soldi che i soci avevano versato come capitale ma, soprattutto, hanno fatto diventare carta straccia le obbligazioni subordinate vendute ai risparmiatori. Nell’Empolese, dov’è presente un buon numero di filiali dell’Etruria, secondo fonti del mondo del credito, sono ‘spariti’, tra quote sociali e il particolare tipo di obbligazioni citato, circa 14 milioni di euro.

Gli istituti di credito emettono regolarmente obbligazioni, tra cui quelle subordinate, che, al netto dei tecnicismi, si possono equiparare a capitale di rischio. E il rischio, con l’operazione di salvataggio, accollata a tre primarie banche nazionali, è diventato perdita sicura. Tra i risparmiatori colpiti si va dall’ira al dramma per aver visto scomparire una parte rilevante dei soldi impiegati in forme ritenute, a questo punto a torto, sicure. C’è da dire che le obbligazioni subordinate davano un rendimento interessante, si parla del 5%, una sorta di manna in tempi di tassi bancari ridotti al lumicino per chi deposita. Naturalmente i clienti di questi prodotti finanziari hanno firmato documenti in cui si spiega che quello che si acquista è fonte di rischio, ma il rendimento concesso ha fatto venir meno molte cautele. Qualcuno, che si è fatto vivo con il giornale, sostiene che non gli era stato chiarito fino in fondo che avrebbe potuto andare incontro a perdite anche sostanziose. Magari si può tentare di far causa, ma con la firma sui documenti le possibilità di successo sono ridotte. Comunque, le associazioni dei consumatori stanno monitorando le conseguenze del provvedimento e si parla di class action, anche se le prospettive non sembrano proprio ottimali.

Agli sportelli dell’Etruria si rivolgono in molti, con esiti non entusiasmanti. C’è chi si è ritrovato con la metà dei soldi su cui pensava di poter contare e non sa che pesci prendere. Paradossalmente, chi ha perso somme più elevate, è in preda alla rabbia più nera ma ha subito perdite minori per il suo gruzzolo (chi ha più soldi di solito li impiega in un ventaglio abbastanza ampio di strumenti) rispetto a chi ha visto sfumare 30-50.000 euro che magari erano la quali totalità dei suoi risparmi. Infine, le banche dovranno essere vendute ad altri istituti e quindi non è certo che tutti i posti di lavoro dell’Etruria siano sicuri.