Il ‘tesoro’ dei topi d’appartamento: cercasi proprietari della refurtiva

Gioielli ancora da riconsegnare. L’appello dei carabinieri / ECCO LE FOTO DELLA REFURTIVA

 A sinistra il capitano della compagnia di Empoli Giuseppe Pontillo e il tenente Giovanni Palermo

A sinistra il capitano della compagnia di Empoli Giuseppe Pontillo e il tenente Giovanni Palermo

Empoli, 22 novembre 2014 - LA MAGGIOR parte della refurtiva recuperata lo scorso 29 ottobre a Limite nel ‘covo’ della banda di albanesi sgominta dai carabinieri della compagnia di Empoli è stata riconsegnata ai legittimi proprietari. Un venti per cento circa del bottino però è ancora custodito nella caserma di via Tripoli in attesa di essere restituito.

Orecchini, bracciali, collane, anelli e medagliette d’oro, ma anche orologi e penne griffate, c’era un po’ di tutto nel ‘forziere’ dei quattro banditi – tre dei quali sono finiti dietro le sbarre, uno è riuscito a fuggire – trovato dai militari nell’abitazione poco distante dalla rotatoria della provinciale 106 dove si è consumata la sparatoria e nella quale sono rimasti feriti il capitano Giuseppe Pontillo e uno dei banditi. Quella sera i carabinieri, che erano riusciti ad individuare l’appartamento, hanno recuperato al suo interno oltre un chilo di oro, per un totale di oltre 400 pezzi nascosti dentro il vaso di una pianta. Alla banda sono attribuiti almeno una quindicina di furti commessi nelle province di Firenze, Pisa e Pistoia, tra il 12 e il 29 ottobre.

Se qualche persona che ha subito furti in quei territori riconoscesse nelle FOTOGRAFIE, alcuni propri oggetti, può rivolgersi direttamente agli uffici del Nucleo operativo della Compagnia di Empoli. I preziosi protranno essere visionati esibendo una copia della denuncia di furto. I giorni in cui saranno messi a disposizione sono mercoledì 26, giovedì 27 e venerdì 28 novembre dalle 9 alle 12. I carabinieri ricordano che la refurtiva raffigurata è stata asportata prima del 29 ottobre e che i responsabili di questi furti hanno colpito nella provincia di Firenze, Pisa e Pistoia.

Irene Puccioni