Montelupo, l'auto come un abito: ecco la Fiat 500 di tessuto, premio a un'azienda

‘Fantascientifico’ progetto della Grado Zero Espace premiato a Parigi

Il prototipo del progetto della Grado Zero

Il prototipo del progetto della Grado Zero

Montelupo, 26 marzo 2015 - "Vincere questo premio? E’ stato come aggiudicarsi l’Oscar. Insieme al centro ricerche Fiat, col quale abbiamo collaborato, eravamo i soli partecipanti italiani. A noi, esperti di strutture tessili per ambiti non d’abbigliamento, il merito di un’invenzione unica nel suo genere». Filippo Pagliai ha ragione d’essere orgoglioso. L’ultimo progetto al quale ha lavorato col team della sua azienda, la Grado Zero Espace di Montelupo, ha sbaragliato una concorrenza tutta internazionale guadagnandosi il prestigioso premio Jec a Parigi. Un riconoscimento di primaria importanza nel settore compositi, ingegneria e design, ottenuto in partnership con aziende leader come Bentley e Fiat.

La società di ricerca, consulenza e ‘prototipazione’ specializzata nel trasferimento tecnologico di materiali e tecnologie da settori estremi (aerospaziale o medico chirurgico, ad esempio) nel normale uso quotidiano, ha sparato un’altra delle sue cartucce. Il team dell’azienda con sede nella zona artigianale delle Pratella composto dalla designer industriale Giada Dammacco  e dagli ingegneri Enrico Cozzoni e Filippo Pagliai, ha lavorato a lungo all’invenzione presentata a Parigi. Leader nel settore della sperimentazione e delle tecnologie indossabili, i tre giovani ingegneri questa volta, dal loro cilindro magico, hanno tirato fuori addirittura la macchina del futuro.

«Abbiamo realizzato un materiale composito, una struttura tessile impregnata in matrice polimerica di ultima generazione, per il portellone di una Fiat che con ogni probabilità entrerà in produzione a breve sostituendo le tecnologie esistenti». Un’automobile fantascientifica che presto diventerà reale. Una quattro ruote con telaio e carrozzeria in tessuto. Dalla fabbrica montelupina delle idee è nato il portellone in fibra tessile, per una citycar leggera, ecosostenibile, a basso costo e a basso impatto ambientale. «Si tratta della prima applicazione di una struttura tessile tridimensionale su carrozzeria – spiega Pagliai – Queste tecnologie nascono principalmente nell’ambito aerospaziale e sono impiegate sui velivoli militari». Polimeri green, di origine vegetale e poco inquinanti. L’esperimento per adesso è stato applicato su una Fiat 500 L, ma le rivoluzionarie componenti in tessuto potrebbero essere montate su modelli non ancora usciti sul mercato. «Un’ipotesi futuristica del progetto? Prendi il tessuto, gli dai la forma, ci attacchi le ruote, metti il motore e via, pronti a partire».

Indiscutibili i vantaggi. Dal processo industriale che viene profondamente modificato (fonderie e acciaierie sarebbero rimpiazzate da aziende tessili), ai costi contenuti di mantenimento. «La fibra tessile è più economica rispetto ai metalli. E il tessuto alleggerisce il peso dell’auto, così si consuma una minore quantità di carburante».