"Festival super. E può crescere ancora"

Il successo dei Subsonica chiude Beat. In tre giorni 65mila persone a Serravalle. E si pensa già al 2016

Un momento del Beat Festival

Un momento del Beat Festival

Empoli, 31 agosto 2015 - SCOMMESSA vinta. Bastano queste due parole per fotografare l’anima del Beat Festival 2015, che per tre giorni ha cambiato volto al parco di Serravalle, trasformandolo in un palcoscenico degno di una grande città. Una festa che ieri sera si è conclusa alla grande con l’applauditissimo concerto dei Subsonica e che già da oggi farà sentire la sua mancanza. Una scommessa vinta sotto ogni punto di vista. A partire dai numeri: oltre 45mila presenze nei primi due giorni, arrivate secondo una stima di massima, a quota 65mila con la domenica di eventi che ha chiuso nel migliore dei modi una parentesi che Empoli ricorderà a lungo. Che ce ne fosse una gran voglia lo ha dimostrato proprio il pubblico, che non è mai mancato. Diverso, a seconda delle ore e delle aree: dai giovanissimi fino ai nonni, passando per intere famiglie con piccini nel passeggino e cani al guinzaglio.

IL PUNTO è proprio questo: al Beat Festival chiunque ha respirato l’atmosfera giusta. «Non possiamo che essere soddisfatti per l’affluenza registrata – sottolinea Umberto Bonanni, uno degli organizzatori – Un dato importante, che conferma che la strada intrapresa è quella giusta. Detto questo, è davvero troppo presto per parlare dell’edizione 2016. Quel che è certo è che il futuro del Beat Festival parte da quanto messo insieme in questa edizione zero per crescere ancora. Con l’inserimento di nuove aree, spazi e contenuti che vadano a implementare musica, spettacolo, sport e buon cibo. Dovremo valutare l’inserimento di un servizio navetta, visto il numero importante di visitatori e maggiore attenzione per mobilità e ospitalità. Anche se si tratta di dettagli. Credo che questa prima volta del festival abbia funzionato bene». A partire dalla ‘Street food area’ dedicata alle eccellenze culinarie a quattro ruote. «La vasta scelta, che prevedeva anche menù per celiaci, ha accontentato tutti – ribadisce Bonanni – A costi abbordabili, visto che i visitatori si sono trovati tra le mani pietanze da gourmet con ingredienti di qualità. E dal punto di vista organizzativo è filato tutto al meglio».

Buona la prima anche per la ‘Jump Rock Arena’ i cui palchi sono stati vetrina per talenti e artisti locali. «Era l’area più complicata da far decollare, proprio per la sua collocazione particolare anche dal punto di vista logistico. Mica è facile far ballare la gente in un prato, tra alberi e boschetti. E noi ci siamo riusciti», precisa Bonanni. La pulizia è uno dei grandi pregi di Beat, che infatti era annunciato come un evento green e all’insegna della sostenibilità. Passeggiando tra gli stand del mercatino artigianale, come negli altri spazi, nessuna traccia di sporcizia. Bottiglie, cartacce, bicchieri sono nei cestini, non per terra come spesso accade anche in feste e sagre più piccole. «Merito degli operatori di Publiambiente, sempre attenti – sottolinea Bonanni – ma anche del buon senso di ognuno». Insomma, archiviata l’edizione 2015, il pensiero va alla prossima estate. «L’energia che si è scatenata intorno a questo progetto ci è piaciuta. Del resto, un festival così può diventare realtà soltanto con l’appoggio della città».

Samanta Panelli