Empoli, 20 marzo 20114 - Calo dei fatturati, diminuzione degli ordini e scarsa propensione a investire. E’ il quadro generale del settore artigianato manufatturiero del Circondario, una crisi profonda che i dati relativi al 2013 continuano a certificare. Gli imprenditori del territorio, però, confidano molto nell’anno che è appena iniziato: la speranza, insomma, è che il report presentato ieri, mercoledì 19 marzo, dall’osservatorio socio economico dell’Empolese Valdelsa in collaborazione con l’Asev sia davvero l’ultimo bagno di sangue per le aziende locali.

Certo è che il saldo percentuale dei fatturati registrato al 31 dicembre 2013 parla di meno 20 per cento, praticamente il doppio rispetto allo stesso periodo del 2012. Soltanto il 17,5 per cento degli intervistati registra aumenti nei guadagni, mentre il 37,5 per cento ha subito un calo e il 45 per cento è rimasto stabile. Ancora una volta se la sono cavata meglio le imprese che hanno nelle esportazioni il loro punto di forza, anche se le commissioni all’estero sono diminuite rispetto al 2012.

Chi lavora invece sul mercato interno continua ad affondare nelle sabbie mobili della crisi. Non va meglio dal punto di vista degli ordini: le ditte del settore artigianato manufatturiero del Circondario hanno subito una contrazione del 22,5 per cento contro il 10,3 del 2012, ma se non altro è migliorato il quadro delle riscossioni e della liquidità. Molto interessante è anche il dato sul ricorso al credito bancario: meno di tre aziende su dieci si sono affidati l’aiuto delle banche nel corso del 2013 e quasi sempre lo hanno fatto per richiedere un incremento degli affidamenti o un finanziamento a breve termine.

Questi soldi, però, non sono quasi mai serviti ad investire, perché il 66,7 per cento degli intervistati ha chiesto un prestito per risolvere problemi di liquidità aziendale e solo il 33,3 per cento ha speso soldi per l’acquisto di nuovi macchinati. Nel 2013, infatti, la propensione ad investire è stata appena del 25 per cento.
A fare la differenza in positivo, come accennato, sono le aspettative per il 2014. Gli imprenditori intervistati, circa 30, hanno portato il saldo percentuale al più 35 per cento in termini di fatturato e tutti quanti hanno allo stesso modo dimostrato una buona propensione ad investire. A sperare maggiormente nel rilancio sono le aziende del vetro e della meccanica, con percentuali positive che sfiorano il 60 per cento. Ma anche nel comparto della moda, che lo scorso anno ha perso il 55,6 per cento, si parla di un’aspettativa del +22,2 per cento in termini di fatturato.