Ponte a Elsa in rivolta per l'ecomostro

Cittadini riuniti per protestare contro lo stato di degrado del cantiere abbandonato

Residenti riuniti davanti all'Ecomostro

Residenti riuniti davanti all'Ecomostro

Empoli, 27 settembre 2015 - Dici ecomostro e gli animi si infiammano. Sono arrabbiati i residenti di Ponte a Elsa che da 15 anni gridano «basta» ad una situazione di degrado e pericolosità. Siamo di fronte al cantiere edile che occupa il quadrilatero compreso tra le vie Caponi e Gobetti, abbandonato dopo il fallimento della ditta che vi effettuava i lavori: la M.G. Costruzioni di Caserta. Dal 2000 l’immobile (che avrebbe dovuto ospitare un’area residenziale e commerciale ultramoderna) ha iniziato un lento processo di declino. Quasi 4mila metri quadri di degrado, un immobile di 5mila metri cubi interrati e 15.300 fuori terra (destinati a garage, fondi commerciali al piano terra, uffici e appartamenti ai piani superiori). Un’area messa all’asta diverse volte dal tribunale fallimentare della provincia di Caserta «e scesa anche sotto il milione di euro, ma mai venduta – sbottano alcuni rappresentanti delle circa 300 famiglie residenti nel quartiere- Chi si metterebbe sulle spalle un maxi cantiere ridotto così male?».

Cemento e ponteggi abbandonati sono avvolti da una folta vegetazione che invade i marciapiedi intralciando il passaggio. Pruni, spine, chili di mattoni e calcinacci. Una discarica a cielo aperto piena di rottami confinante con una zona residenziale esasperata e sul piede di guerra. «Topi, serpi, talpe e zanzare: sono anni che subiamo questo schifo» denuncia Emanuela De Pietro, che come tante mamme della zona è preoccupata per quella minaccia costante alla sicurezza dei più piccoli. «Abbiamo trovato siringhe ed estranei a bivaccare sulle impalcature pericolanti» si sfoga Alessia Cerboni, «e poco tempo fa – aggiunge Giancarlo Cecchi- è caduta una tavola su un’auto provocando oltre 2.500 euro di danni. Il Comune non ne risponde: ma se quella tavola fosse piovuta in testa a qualcuno, chi se ne sarebbe assunta la responsabilità?». I mattoni mai spostati occupano anche alcuni posti auto e mentre il verde continua a crescere si guarda con ansia all’inverno che è alle porte. «Tutto il materiale accatastato con una ventata può volar via e provocare grossi danni – spiega Simone Tamburini -Senza contare che ogni volta che piove l’acqua ristagna, emana cattivo odore e sgocciola dalle travi per giorni». Il primo e ultimo intervento di messa in sicurezza risale al marzo del 2014, «ma non si è trattato di una vera e propria bonifica- secondo Simone Santini- Ieri come oggi l’immobile vive in uno stato di totale abbandono e dopo un anno e mezzo siamo punto e capo».

Si ricomincia con la battaglia fatta di striscioni allusivi e provocatori appesi alla recinzione accanto alle bandiere del Pd, l’ennesima raccolte di firme (sono circa 200 ad oggi) e petizioni on line. « Torniamo alla carica, stavolta andando per vie legali- commenta Massimiliano Rossi- Affidandoci ad un’associazione di consumatori stiamo preparando un esposto alla Procura della Repubblica», «perché il sindaco – prosegue Cecchi - che abbiamo contattato più volte per avere delle risposte, non ci ha ancora ricevuto. Eppure è nato e cresciuto qui, a due passi dall’ecomostro e questa faccenda dovrebbe stargli a cuore più di altre». La rabbia e l’indignazione esplodono, e fanno a cazzotti col silenzio quasi surreale che avvolge i giardini poco distanti. Quelli di una frazione ancora fortemente scossa dalla perdita del piccolo Samuele Vitale, che su quelle panchine mercoledì sera non ci è mai arrivato. La battaglia per la messa in sicurezza dell’area è anche per lui.