Empoli, le donne imparano a difendersi

Avviato un corso di tecniche di autodifesa patrocinato dal Comune

Insegnanti e allieve del corso di autodifesa

Insegnanti e allieve del corso di autodifesa

Empoli, 1 febbraio 2015 - Calci, lotta a terra, corpo a corpo. Bloccaggi, trucchi e segreti per mettere al tappeto un possibile aggressore, per non farsi prendere dal panico e gestire al meglio una situazione di pericolo. E’ stata un successo inaspettato la prima delle 10 lezioni di autodifesa per donne organizzate dall’associazione sportiva Ju-Jitsu Empoli con il patrocinio del Comune. Dall’impiegata comunale, alla vigilessa, passando per la casalinga e la giovane studentessa: un esercito in rosa ieri ha affollato il Pala Aramini per il primo incontro coordinato dall’associazione sportiva dilettantistica empolese che si occupa dello studio, della pratica e della divulgazione dell’antica arte marziale giapponese del Ju Jitsu. Un’arte praticata dai guerrieri samurai, dove non conta la prestanza fisica ma la tecnica per sviluppare e accrescere l’autocontrollo, la coordinazione, la fiducia in se stessi. E avere meno paura del confronto con gli altri. Francesca, Chiara, Gaia, Giulia, Elena, Silvia e tante altre donne provenienti dai vari comuni dell’Empolese-Valdelsa, sono scivolate nelle loro tute sportive rispondendo con entusiasmo alla chiamata dell’associazione. «Segno evidente – ha sottolineato l’assessore allo sport Fabrizio Biuzzi – che le donne, indipendentemente dall’età, dalla provenienza e dall’estrazione sociale sentono il bisogno di sapersi difendere». Sicurezza, la parola chiave. Ma anche divertimento. Dopo una breve introduzione teorica, via col riscaldamento e le simulazioni di aggressione illustrate dagli istruttori. Uno studio attento sui meccanismi che ci aiutano ad uscire da una situazione di pericolo. Come disarmare l’avversario? Come disorientarlo? Come difendersi utilizzando oggetti di uso comune? E’ chiaro: basta sapere dove andare a colpire. Ecco svelati i punti più sensibili, quelli più dolorosi, con un dito si può provocare lo stordimento dell’aggressore. Il mento, i lati del collo, una leggera pressione sulla trachea e poi il pugno che mette k.o. Consigli che possono tornare utili alla casalinga in caso di visite indesiderate, ma anche alla giovane in uscita dalla discoteca. «Non portare mai la borsetta dal lato della strada quando si cammina. Variare spesso i tragitti e i luoghi di frequentazione. Portare sempre con noi un oggetto che possa all’occorrenza trasformarsi in un’arma. Che si tratti di chiavi o di un ombrello». Non agire d’impulso: essere preparati al combattimento, insomma, è il modo migliore per evitarlo. «Un in bocca al lupo a tutte le donne – ha concluso Biuzzi– Che questa sia solo la prima delle edizioni di questo corso".

Ylenia Cecchetti