Chianti doc, Brunello e Sassicaia falsi imbottigliati a Empoli: fiorentini indagati

Il vino adulterato veniva inviato all'estero. Avvisi di garanzia per cinque della provincia fiorentina e un viareggino, gli altri sono campani

Vino - Foto: Andrew Unangst / Alamy

Vino - Foto: Andrew Unangst / Alamy

Empoli, 29 maggio 2017 - Undici avvisi di conclusione indagini sono stati inviati dal pm Giulio Monferini ad altrettante persone nell'ambito dell'inchiesta sulla commercializzazione di vino di bassa qualità, adulterato con l'aggiunta di alcol, venduto in Italia e all'estero come Chianti doc, Brunello di Montalcino o Sassicaia. L'inchiesta condotta dai carabinieri del Gruppo tutela della salute di Roma e del Nas di Firenze e coordinata dalla Dda fiorentina, portò nel dicembre 2016 all'arresto di tre persone (poi ai domiciliari) mentre altre sette vennero iscritte nel registro degli indagati. Il vino, di bassa qualità ma risultato non nocivo per la salute, veniva adulterato con l'aggiunta di alcol per aumentarne la gradazione.

Subito dopo veniva imbottigliato in un'azienda agricola di Empoli, già in concordato preventivo, dove venivano apposte false etichette prima di inviarlo nei depositi del Lazio e dell'Emilia Romagna facenti capo a una ditta di import export. Da qui partiva per l'estero, in particolare per il Costa Rica, considerato «un'ottima destinazione», dove aveva dei locali una società i cui titolari erano stati indagati anche per 'Mafia Capitale' e la cui sede fiscale era a Roma.

Le indagini dei carabinieri erano partite nei primi mesi del 2015 dopo la denuncia di un ristoratore della periferia di Firenze. Molti degli indagati sono già coinvolti anche in altre inchieste. È il caso di tre persone, residenti in provincia di Firenze, titolari di un'azienda agricola, chiamati in causa nell'inchiesta della procura di Prato sul caporalato nelle vigne. Ai domiciliari, nel dicembre scorso finirono un cinquantenne di Certaldo, un sessantenne originario campano ma residente a Empoli e un altro campano. L'avviso di conclusione indagini è stato recapitato ora anche and altri quattro campani e a un viareggino.

Per tutti le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere per la frode in commercio alla contraffazione di marchio e dell'origine del vino, dalla frode in commercio alla vendita di sostanze non genuine e riciclaggio.