Un piano di rilancio sui mercati, il vino Chianti sarà anche spumante?

L’assemblea dei soci dei Colli Fiorentini discute il ‘Pif ’con la richiesta

La vendemmia

La vendemmia

Empoli, 14 novembre 2017 - E se un domani non troppo lontano il Chianti diventasse anche uno spumante? E pure un vino bianco? Detto così, sarebbe qualcosa di rivoluzionario, almeno nella percezione più comunemente diffusa. In realtà un progetto in tal senso, per quanto in fase embrionale, esiste e già si discute di investimenti per più di 1 milione e mezzo di euro. A parlarne è il presidente della Cantina Sociale Colli Fiorentini, e vicepresidente del Consorzio Chianti, Ritano Baragli. Come si sa, in fatto di vini a oggi il Chianti Docg è vino rosso a base Sangiovese ed anche vinsanto. Ma in futuro potrebbe non essere più solo così e queste prestigiose produzioni potrebbero essere affiancate da vini bianchi e spumanti sempre targati Chianti. Vediamo i passi. Il prossimo 16 novembre alle 9,30 si svolgerà l’assemblea della Cantina Sociale di Val Virginio (più di 600 soci). All’ordine del giorno c’è anche un “Pif”, progetto integrato di filiera. Li raccoglie e li vaglia la Regione. La Cantina Sociale Colli Fiorentini - come ha comunicato Baragli ai soci - intende partecipare, in qualità di capofila, predisponendo un progetto che verrà realizzato dai vari soggetti aderenti. Il ‘Pif’ che verrà presentato «Prevede - si afferma nella convocazione - investimenti per oltre 1.5 milioni di euro, la cui attuazione può essere determinante per il settore».

Un’attuazione «basata sul miglioramento qualitativo, sull’innovazione di processo e sull’introduzione di nuove tecnologie per la vinificazione e la valorizzazione della filiera vitivinicola».

Gli obiettivi del progetto integrato di filiera sono, nell’ordine: «Migliorare la competitività delle aziende partecipanti con interventi in ogni fase della filiera, dalle tecniche colturali, alla commercializzazione del vino e le condizioni di coltivazione dei vigneti; trasferire elementi di innovazione nei processi produttivi tali da migliorare ogni fase della filiera, dalle tecniche colturali, alla commercializzazione del vino sino alle condizioni di coltivazione dei vigneti poi: completamento del processo di produzione dei vini spumanti, ottenuti dalle proprie uve vinificate in azienda. Cioè, in sostanza, si propone di realizzare spumanti ‘made in Chianti’. Mercato che è in espansione». Capito? Vini spumanti. «Sì - conferma Baragli, contattato in proposito - non ci nascondiamo che il vino Chianti ha sempre un buon nome, ma il mercato è da lungo tempo in fase faticosa, spesso i prezzi sono bassi e non remunerativi. Cerchiamo di fare spumanti e di entrare nel mercato. E, se possibile, estendere anche a spumanti e bianchi la denominazione Chianti. Perciò, può darsi che andremo alla proposta di una nuova modifica del disciplinare di produzione». Ma non è una rivoluzione epocale? «Può sembrarlo - conclude - ma in realtà una volta nel Chianti si usavano anche tante uve a bacca bianca, si facevano dei bianchi e si chiamavano Chianti. Senza nessun problema».