Lacrime (molte) e sorrisi (pochi). I liceali ko ai quadri di fine anno

Le prime classi falcidiate fra rimandati a settembre e non ammessi

Esami di maturità (foto di repertorio)

Esami di maturità (foto di repertorio)

Empoli, 22 giugno 2017 - Lacrime e sorrisi. Qualcuno festeggia, altri si disperano davanti ai quadri appesi all’ingresso dei vari istituti superiori. Quel che è certo è che i temutissimi tabelloni non mentono e quest’anno è un’ecatombe di bocciati. Scorrendo velocemente i fogli che riportano i dati degli ammessi e dei respinti, l’impressione è che in questo 2016/2017 il numero di alunni bocciati sia salito in modo insolito. Soprattutto nei licei. Usciti i verdetti, la riflessione è d’obbligo. In una classe prima dell’artistico Virgilio si contano appena 11 promossi su 23, il foglio successivo parla di 10 ammessi su 22 in una seconda. Ed è proprio il biennio a far venire i «brividi», è sulle seconde che i liceali dell’artistico sembrano inciampati con 9 ammessi su 19 in una sezione seconda e 12 su 21 nell’altra. Dati, questi, che includono sia i non ammessi che i giudizi sospesi (la lista, in questo ultimo caso è lunga) e quindi i ragazzi che dovranno giocarsela a settembre con il recupero.

Il classico e il linguistico se la cavano meglio, ma allo scientifico Pontormo la musica non cambia. Sono 11 i non ammessi su 4 prime e ben 19 le sospensioni di giudizio, 27 tra non ammessi e sospesi in altre due prime, 10 ammessi su 25 in 4B, 10 su 19 in 4C, 13 su 27 in 3C. In 1C sono 8 i «rimandati» e 4 i non ammessi su 26 studenti. Una terza di scienze umane conta 8 bocciati su 28, un’altra appena 10 promossi su 21. Un dato nero che può avere mille interpretazioni: che “l’utenza” sia cambiata? Che la motivazione non sia più la stessa? Forse 13 anni sono pochi per scegliere «cosa fare da grandi».

Forse alle medie gli insegnanti sono troppo ‘elastici’ e permissivi. E probabilmente l’orientamento in uscita andrebbe potenziato, medie e superiori dovrebbero «parlarsi» di più. Da una parte le superiori, più selettive e rigide anche nei giudizi. Dall’altra, ragazzini che non vivono bene il passaggio da un ciclo all’altro. E lo scalino negli anni diventa una gradinata.