E' morto Salvatore Cioffi, storico ristoratore

Aprì il locale nel '76

Salvatore Cioffi a sinistra col figlio Remo e il nipote Manuel

Salvatore Cioffi a sinistra col figlio Remo e il nipote Manuel

Empoli, 17 settembre 2017 - COME tutte le mattine, si era alzato, fatto la doccia e vestito. Si stava preparando a prendere posto nel ristorante che ormai da 40 anni gestisce insieme alla famiglia. Ma stavolta Salvatore Cioffi non ha fatto in tempo ad aprire i battenti della sua storica attività di Casenuove. Un malore improvviso se lo è portato via all’età di 79 anni, gettando nello sconforto un’intera comunità. Lascia la moglie Emilia, i figli Remo e Sonia e i nipoti Manuel, Giada e Greta, ma lascia soprattutto diverse generazioni di empolesi che nel suo ristorante hanno pranzato o cenato almeno una volta. SALVATORE era il titolare della trattoria Cioffi, punto di riferimento della gastronomia locale fin dal 1976, quando insieme alla moglie decise di trasformare la sua bottega di alimentari in quello che sarebbe diventato uno dei locali più apprezzati e frequentati dell’Empolese Valdelsa.

A dare la notizia sono stati proprio i familiari attraverso la pagina Facebook della trattoria. Tantissimi messaggi di stima, affetto e cordoglio, perché Salvatore Cioffi era un personaggio conosciuto e amato da tutti. Sarà per la scelta di puntare sul rispetto della tradizione e sul grande rapporto qualità prezzo, sarà per il clima familiare che da sempre si respira da «I’ Cioffi», fatto sta che tutti, a Empoli e non solo, hanno visitato almeno una volta la sua trattoria.

IL LOCALE adesso resterà chiuso per qualche giorno, andare avanti non sarà semplice ma il solco tracciato da Salvatore è ormai un patrimonio per tutto il territorio. Tanti gli aneddoti da raccontare in 40 anni e tanti i personaggi che hanno mangiato dal Cioffi. L’Empoli degli anni ’80, ad esempio, faceva sempre tappa fissa da quelle parti. Salvatore ha servito molti futuri campioni, da Montella a Caccia e Di Francesco. Originario del Sud, Cioffi si era trasferito in Toscana e nella vita, oltre al ristoratore, aveva fatto di tutto, dall’autotrasportatore al bersagliere.

ERA UN UOMO vecchio stampo, di quelli come non ne nascono più. Uno a cui lavorare non aveva mai fatto schifo: lo aveva fatto fino al giorno prima di andarsene. Proseguire senza di lui sarà durissima, ma sarà quasi un dovere. La coda alla vaccinara, eredità di un viaggio a Roma fatto insieme alla moglie, o le famosissime penne alla carrettiera sono un patrimonio di tutti che non andrà mai perduto.