"Empoli non è più un’isola felice. Adesso i banditi arrivano da fuori"

Il dirigente del commissariato Zunino: «Teniamo gli occhi aperti»

Francesco Zunino. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Francesco Zunino. Foto Gianni Nucci/Fotocronache Germogli

Empoli, 15 giugno 2017 - Richieste di detenzione armi in aumento, percezione di sicurezza a picco e tanta voglia di vedere i delinquenti dietro le sbarre. A Empoli e dintorni la situazione è questa:la pazienza è ai minimi storici, l’insofferenza prende campo a maggior ragione se nella vicina Pisa un commerciante, pluri-rapinato, fa fuoco e uccide uno dei banditi all’assalto della sua gioielleria. Lo si legge sui ‘social’, lo si ascolta al bar. Parole che sono pane quotidiano anche per chi opera per garantire la sicurezza. Vedi gli uomini del commissariato, guidato dal dirigente Francesco Zunino:

«Episodi come quelli avvenuti a Pisa accendono inevitabilmente il dibattito su legittima difesa e uso delle armi»

Dottor Zunino, il cittadino pare avere le idee chiare su da che parte stare...

«C’è stato un piccolo incremento di domande per la detenzione delle armi. Se prima il figlio che ereditava il fucile lo affidava allo Stato per la rottamazione, adesso preferisce tenerlo con sé, acquisendo le autorizzazioni del caso».

Che significa?

«Significa che avere un’arma a casa, magari per uso sportivo o per la caccia, è un’ipotesi presa in cosiderazione». Un segnale di voglia di giustizia fai da te? «Non necessariamente. Il cittadino deve essere difeso dalle istituzioni e deve poter contare su questa certezza».

Ecco, forse la certezza traballa...

«Parlando con la gente, emerge forte il desiderio vedere attuato un disegno semplice: l’arrestato vada in carcere e il condannato sconti la pena in una struttura detentiva».

Certezza della pena?

«I cittadini si sentono ‘traditi’ quando vedono il ladro libero il giorno dopo esser finito in manette. Noi attuiamo quanto stabilito dalla legge, ma la percezione di insicurezza passa da qui».

Qual è la situazione criminalità a Empoli?

«Dati alla mano, non è in aumento. E non registriamo particolari criticità».

Il reato più frequente?

«Il furto, da quello commesso in auto a quello in abitazione».

E il capitolo rapine cosa racconta?

«Se parliamo di ‘attività’, nel gennaio 2016 venne assalito pistola in pugno il furgone della Coin Service (azienda che si occupa di contazione monete ndr). Successe a Vinci. Un episodio grave e allarmante sul quale le indagini hanno fatto luce».

Allarmante...

«Per modalità, tuttavia è un caso isolato. Nell’Empolese la criminalità predatoria è di passaggio. Sono bande che operano su base regionale o nazionale».

Negli ultimi mesi, si sono registrate rapine a danni di semplici cittadini a spasso in città. In pieno giorno in via Verdi e via XX Settembre. Empoli non è più un’isola felice?

«Si è trattato di fatti slegati fra loro, compiuti da banditi in arrivo da fuori. Empoli vede ridursi i pregi del paese e aumentare i difetti della grande città».

E come se n’esce?

«Tenendo tutti gli occhi ben aperti: il cittadino non deve sostituirsi all’autorità ma può collaborare, osservando e segnalando. I numeri di emergenza sono sempre attivi e gratuiti».

C’è poi il controllo di vicinato?

«Anche. E’ un progetto significativo che sta nascendo e che non significa ‘passo indietro’ delle istituzioni: a ognuno il suo ruolo»

A che punto siamo?

«La costituzione del primo gruppo, a quanto so già avvenuta, è lo step chiave».

Il consiglio è fare squadra?

«Sì. E proteggere la propria abitazione con sistemi di difesa passiva. Azioni utili anche per i commercianti».

Qualche dritta anche per chi ha un’attività?

«Non lasciare somme ingenti in cassa e fare spostamenti di denaro in compagnia di qualcuno. E mai di notte».