Massacrata nel parco dopo la disco. Troppa paura, lei non ricorda

Empoli, tanti interrogativi aperti nell’aggressione alla diciassettenne

Un momento delle indagini (Fotocronache Germogli)

Un momento delle indagini (Fotocronache Germogli)

Empoli, 18 ottobre 2017 - Non ricorda o ha paura? Il giorno che sembrava buono per la svolta nelle indagini, ha fatto diventare ancora più misterioso il caso dell’aggressione alla 17enne empolese, trovata tramortita e in una pozza di sangue nel parco dell’Ambrogiana a Montelupo. «Stiamo lavorando alacremente, stiamo valutando un ampio ventaglio di ipotesi investigative», dice il procuratore capo Giuseppe Creazzo, costantemente a contatto con il suo sostituto, Alessandra Falcone. Ma il viaggio all’ospedale di Empoli del pubblico ministero, necessario per interrogare la giovane tutt’ora ricoverata con i postumi di un serio trauma cranico, ma ora ufficialmente fuori pericolo, ha dovuto fare i conti con le numerose amnesie della ragazza. Molti non ricordo, pochi lampi e tanto buio, nella ricostruzione offerta agli inquirenti.

Che però non si fermano, anzi. Gli spunti di approfondimento presi in considerazione dalla squadra mobile sono molteplici, l’ambiente da scandagliare è quello delle strette conoscenze della ragazza, studentessa di liceo, uno scricciolo un po’ irrequieto che sabato mattina se l’è vista davvero brutta.

Investigatori in campo, a tutto campo, ma 007 della squadra mobile della questura di Firenze e del commissariato di Empoli impegnati anche in un lavoro oscuro ma certosino di incroci di celle telefoniche, telecamere e perfino immagini «social» di quella nottata senza fine al Jump, locale in cui i giovani sono soliti arrivare fino all’alba, al ritmo incessante della musica techno e con tanto alcol in corpo. Ci si concentra sui dettagli, forse per certificare con le prove piste investigative già nette e definite.

Oltre al giallo sull’aggressione, resta al momento un mistero anche lo smartphone scomparso e l’uso che ne abbia fatto la ragazza. La 17enne, come riportato da programmi di approfondimento come La Vita in Diretta, ha commentato una foto su Instragram di un amico scrivendo «Domani sarò morta. Addio». L’amico ha conservato gli screenshot, quei commenti sarebbero stati scritti prima del momento in cui gli inquirenti collocano l’aggressione. Cioè tra le 6.21, il momento dell’ultimo contatto telefonico, e le 6.35, quando parte l’allarme per quella ragazza nel parco, trascinata per alcuni metri e con la testa rotta. E l’arma? Tra le ipotesi, quella di una bottigliata. Forse non è un caso che il sindaco di Montelupo Paolo Masetti, tra i provvedimenti adottati dopo il brutto episodio, abbia proibito proprio la vendita da asporto degli alcolici in vetro.