Violenza sessuale e riduzioni in schiavitù: ex prete empolese rinviato a giudizio

In 20 anni la polizia ha raccolto prove che inchioderebbero Mauro Cioni

Un prete (foto di repertorio)

Un prete (foto di repertorio)

Pistoia, 13 novembre 2014 - IL PRETE che volle farsi santone a Montespertoli e poi a Montecchio (Arezzo) sarà processato per violenza sessuale e riduzione in schiavitù. Il giudice per l’udienza preliminare Angelo Antonio Pezzuti ha deciso ieri che Mauro Cioni, 69enne empolese ex sacerdote della diocesi di Firenze, dovrà essere giudicato dalla corte d’assise d’Arezzo dal 16 gennaio. Il gup ha rinviato a giudizio per gli stessi reati anche Carlo Carli, 35 anni, che si allontanò dalla comunità del ‘maestro’ per crearne una propria, dove si praticavano gli stessi abusi. Una sentenza di non luogo a procedere è stata emessa per altri due imputati — Franco Bigazzi, 57enne di Certaldo, e Giorgio Bigozzi, 63enne di Foiano della Chiana — accusati di ricettazione.

I RIFLETTORI giudiziari su Mauro Cioni, prete spretato nel 1985 e sposato dal 1987 con moglie e un figlio, sono accesi da quasi vent’anni e le accuse nei suoi confronti si sono moltiplicate, aggravandosi, fino ad arrivare alle ultime contestazioni di riduzione in schiavitù e violenza sessuale nei confronti di dieci persone, nove donne e un uomo. Cioni, secondo le accuse avanzate dal pm antimafia Angela Pietroiusti, avrebbe esercitato sui componenti della sua comunità religiosa «poteri tali da porli in condizioni di totale sudditanza psicologica, facendo falsamente credere che, per conseguire la salvezza eterna e liberarli dalle presenze maligne, dovevano assecondarlo in ogni sua decisione». Così facendo, non solo si faceva dare denaro ma pretendeva prestazioni sessuali di ogni tipo. L’ex prete ha sempre negato ogni addebito, ma i rapporti della polizia su di lui sono durissimi: «assoggettamento schiavistico», «influsso sconcertante sulle donne». Infine, la frase più inquietante: «Nelle parrocchie dove aveva officiato il proprio ministero, numerose erano le segnalazioni di un continuo viavai di ragazzi e ragazze che lo stesso intratteneva singolarmente nella propria camera da letto». Ma nessuno, per anni, ha parlato.