Muretti a secco da recuperare. «Quei sassi sono opere d’arte»

La Regione pubblica il bando sui fondi comunitari

Una panoramica del Montalbano

Una panoramica del Montalbano

Empoli, 25 luglio 2017 - E’ stato appena pubblicato il bando per il recupero dei muretti a secco della Toscana, un bando che riguarda da vicino l’area del Montalbano e che mette a disposizione fondi comunitari nei prossimi tre anni per consentire il ripristino dei muretti caduti e il restauro di quelli pericolanti. Il bando è stato aperto nei giorni scorsi e scade a febbraio 2018, ma i soci dell’Organizzazione dei produttori che comprende le CoopMontalbano, gli Olivicoltori Toscani Associati, la Coop Terre dell’Etruria e l’Oleificio Valdelsano hanno tempo fino al 21 agosto prossimo per presentare le domande. Le schede tecniche sono disponibili sui siti delle Cooperative Montalbano e degli Olivicoltori Toscani Associati. Una notizia, il rinnovo del bando, che gli agricoltori dell’area salutano con piacere in quanto consente di mantenere in salute lo stato idrogeologico del Montalbano oltre a tutelarne l’aspetto puramente paesaggistico. I lavori potranno iniziare solo dopo l’approvazione della graduatoria e devono essere comunque realizzati e rendicontati entro il 28 febbraio 2018.

Nella sostanza, il bando è uguale a quello degli anni precedenti e abbiamo chiesto alla presidente delle Cooperative Montalbano, Rosanna Matteoli, cosa si aspettano i soci da questa rinnovata fonte di finanziamento. «I produttori interessati – anticipa Matteoli – sono circa 45 per annualità, con una superficie di 2.700 metri quadrati che sarà recuperata anche questa per ogni annualità. Il contributo è di 200.000 euro per ogni annualità, quindi, alla fine del triennio, come Organizzazione Produttori avremo questo quadro: 600.000 euro di contributi, 8.100 metri quadri di muretti recuperati e 135 produttori che hanno potuto beneficiare dell’aiuto».

Venendo all’area del Montalbano, quale sarà la ricaduta specifica? «Alla fine del triennio avremo, 120mila euro di contributi erogati, circa un chilometro e mezzo di muri a secco rimesso in piedi e una quarantina di produttori coinvolti. Mi preme ricordare – conclude la presidente – che il recupero dei muretti non è solo un beneficio per l’agricoltura, anzi, forse il maggior beneficiario è il paesaggio attraverso la conservazione ambientale che viene fatta col ripristino dei muri a secco e la salvaguardia idrogeologica del terreno. Il tutto ci fa dire che i soldi della comunità europea sono stati e saranno spesi bene».