Ucciso dal monossido di carbonio, gli amici: «Un uomo capace di costruire legami»

Il cordoglio della città dopo la scomparsa del ristoratore Alderighi

Marco Alderighi, il ristoratore empolese ucciso dal monossido

Marco Alderighi, il ristoratore empolese ucciso dal monossido

Empoli, 16 gennaio 2018 - Freddy Lavezzo è il titolare di ‘Discofollia’, storico negozio di musica nel giro di Empoli. E’ uno che di gente ne incontra parecchia, abituato a sorridere di professione. La sua saracinesca è a due passi dall’ingresso dell’Osteria n°30. Conosceva Marco Alderighi da anni. Lo conosceva come ci si conosce nelle piccole città: stessi locali frequentati, stima professionale reciproca e affetto autentico. «Un uomo capace di costruire legami. Una bella persona, oltre che un cavallo di razza dell’imprenditoria». 

«Marco e Michele (Di Giovanni) li incrocio da anni – racconta – Fin dai tempi del lancio del ‘Green stage’ a Fibbiana. Era metà anni Novanta. Loro frequentavano le serate organizzate da me, io frequentavo i locali gestiti da loro. Così è stato anche ai tempi dello Zenzero, da loro diretto prima di prendere le redini dell’Osteria. Che si può dire. Marco era un bravissimo ragazzo. Amava il calcio, la sua compagna Caterina e la loro bambina. Indimenticabili i pranzi con la piccola: lui che sbucava dalla cucina per salutarla, mentre lei faceva disegni in compagnia della mamma».

Un sospiro, un groppo in gola da mandare giù. «C’era un rapporto di fiducia reciproca – riprende il negoziante – Se io non c’ero, ritiravano i miei pacchi, lo stesso facevo io per loro. Ci vedevamo ogni giorno. Un ricordo? Ce ne sono troppi. Abbiamo perso un tipo che sapeva scherzare, con cui potevi parlare di tutto e che ha contribuito a scrivere una pagina bellissima dell’imprenditoria locale, inventando un concetto nuovo di pub e un nuovo modo di intendere i locali».

Marco Alderighi non era uno qualunque. Lo raccontano anche i messaggi Facebook, postati a decine, insieme a foto capaci di raccontare la storia di un 40enne che ha lasciato il segno. «Sto cercando delle parole, ma non ne trovo nemmeno una – scrive il sindaco Brenda Barnini - Dolore, angoscia e smarrimento. Perdere la vita così non è umanamente sopportabile». Fa male. «Un amico, Marco era un amico», lo ripete in lacrime Dino Biondo, allenatore di calcio e titolare del pastificio Gerini. «L’ho allenato una stagione al Ponzano, nel campionato amatoriale – ricorda - Abbiamo vinto il campionato: in finale ha fatto il gol vittoria, in campo era entrato tenendo per mano mio figlio. Era una gran bella persona. Eravamo in contatto anche per ragioni di lavoro. Impeccabile. Lo stesso Michele, sempre sorridente con il suo cane Bruno».

La notizia della morte di Alderighi ha colpito tutti coloro che lo conoscevano. Cordoglio anche da parte di Paolo Masetti, sindaco di Montelupo Fiorentino. «E’ una morte che lascia basiti, che priva la comunità di un imprenditore e un uomo conosciuto e apprezzato».