Malore fatale sul campo di calcio, sarà processato il dirigente del club

Rinviato a giudizio il dirigente della società con la quale si allenava il 40enne di Roffia morto nel 2015

Giovanni Conte morì sul campo di Ponte a Elsa nonostante i tentativi di rianimazione

Giovanni Conte morì sul campo di Ponte a Elsa nonostante i tentativi di rianimazione

Empoli (Firenze), 30 settembre 2016 - Si farà un processo per la morte di Giovanni Conte, il 40enne di Roffia padre di due piccoli gemelli, stroncato da un malore su un campo di calcio a Ponte a Elsa. La Procura di Firenze ha ottenuto il rinvio a giudizio dell’unico indagato: M.D.T., empolese, presidente della società con cui Conte si allenò, trovando la morte. Era il primo settembre del 2015 quando sotto gli occhi degli altri giocatori si consumò la tragedia. Conte, seguendo il gruppo, prima svolse un allenamento e, successivamente, partecipò anche alla partitella conclusiva. Ma non giocava da tempo, non era allenato, non era tesserato e quindi non aveva il certificato medico d’idoneità sportiva. Dopo pochi minuti dall’inizio della partita si accasciò improvvisamente a terra, il suo cuore aveva ceduto, rendendo inutile ogni tentativo di soccorso. Giovanni fu immediatamente soccorso dai compagni. Nell’attesa dell’ambulanza furono fatti vari tentativi di rianimazione da parte dei presenti ma senza successo. I sanitari del 118 non potettero che constatarne la morte: il cuore di Giovanni si era fermato per sempre.

Giovanni Conte, molto conosciuto e stimato per il lavoro che svolgeva, era originario di Benevento ma viveva a Roffia dopo il matrimonio con Lina. L’uomo lavorava nell’azienda del suocero, la ditta “Lombardi”, conosciuta per aver svolto alcuni dei lavori più importanti e delicati presso il bacino remiero di Roffia, per mettere in sicurezza gli argini. Su quella morte (avvenuta per arresto cardiocircolatorio, come stabilito dalla consulenza medico-legale) il pm Massimo Bonfiglio decise subito di vederci chiaro, ricercando eventuali responsabilità connesse alla presenza stessa di Giovanni su quel campo di calcio e quindi alla regolarità della sua partecipazione a quella seduta di allenamento.

Martedì mattina il giudice per l’udienza preliminare ha disposto il rinvio a giudizio dell’unico imputato, fissando il processo al 13 aprile 2017.