E' morto Lamberto Piccini, bassista degli Anhima

Il musicista stroncato da un male incurabile. Lascia la moglie e due figli piccoli

Lamberto Piccini ritratto in un momento felice

Lamberto Piccini ritratto in un momento felice

Empoli, 25 gennaio 2016 - La melodia stavolta non va. Stride. Deve lasciare spazio al silenzio e alle lacrime che scivolano via. Veloci come dita sulle corde del basso che per Lamberto Piccini, musicista empolese con gli Oronero, gli Axis e adesso con gli Anhima, rappresentava la passione vera.

Quella fatta dalle note e dagli spartiti che hanno dato il ritmo alla sua vita, spezzata troppo presto da una malattia feroce, che non gli ha lasciato scampo. In poche settimane, a soli 43 anni. E lo ha strappato a chi con lui aveva costruito una famiglia. Alla moglie Sara, addetta alla comunicazione dell’azienda Var Group, con la quale Lamberto aveva avuto due figli, alla madre e ai fratelli Leonardo e Laura. Suo padre, stimato commercialista nel cui studio a Empoli lavorava anche Lamberto, si era spento pochi mesi fa. Dolore e cordoglio, ieri, hanno contagiato la città. La notizia della sua morte, all’alba nella casa di via Alfieri, ha colpito molti. Alla cappelle del commiato dell’ospedale di Empoli dove la salma è esposta in attesa delle esequie in programma oggi alle 15 alla chiesa della Madonnina del Grappa è un via vai continuo.

«Era un grande amico, una grande persona e un grande musicista», commenta chi con lui aveva condiviso la gioventù. Fatta di passioni da sperimentare. Come la musica, per lui molto più di un hobby. «I miei amici sono la cosa più bella che ho. Oggi, fratelli, il mio cuore si è spaccato in due, ma batte ancora, batte ancora. Non posso fermarlo, per adesso anche e soprattutto per lui... Lambe», il ricordo struggente di Daniele Tarchiani. E’ il cantante-chitarrista della band fiorentina degli Anhima, dove Lamberto suonava il basso. Condivideva musica ed emozioni come quelle affidate ai social dal chitarrista Matteo Montuschi. «Dentro a una canzone ci sono ore passate insieme a parlarsi di tutto - scrive - nel linguaggio fatto di suoni, indecifrato che ti rende partecipe, nella sala prove dove tutto nasce dal nulla. Il ricordo è un tesoro che porterò sempre con me».