Il sogno, la delusione, gli applausi: Fucecchio abbraccia il suo Buti

L'Italia del volley sconfitta nella finalissima. Quanto affetto per Buti

Tutti insieme a Torre per assistere alla finalissima

Tutti insieme a Torre per assistere alla finalissima

di SAMANTA PANELLI

Fucecchio, 22 agosto 2016 - Il Brasile ha detto no: per l’ItalVolley ieri non era tempo d’oro, ma d’argento. Ma di certo non una medaglia di consolazione. «Per come la vedo io, Simone e l’Italia non hanno perso l’oro, ma hanno vinto l’argento. Simone è il nostro orgoglio. E glielo dirò appena lo sento». Valerio, pure lui di cognome Buti, anni 29, è il fratello del centrale della nazionale del ct Blengini.

Il numero 11, fucecchiese di Torre, che ieri ha tenuto davanti alla tv tutto il paese e di più: avere uno di noi alle Olimpiadi non è cosa di tutti i giorni, meno che mai nella finalissima che incorona i campioni. A Torre, al circolo ritrovo per eccellenza, tra la sede della contrada e la chiesa, c’erano tutti: dai bambini ai nonni, passando pure per i quattro zampe. Chi con il tricolore, chi con la maglia azzurra - vedi il più giovane di casa Buti - chi in borghese, come i genitori del campionissimo.

L’attesa alle 18.15 è tanta. Il gruppone di supporter doc è fuori, di fronte allo striscione che celebra il centrale nato e cresciuto pallavolisticamente parlando alla Folgore San Miniato. A richiamarlo al proprio dovere le note dell’inno di Mameli: dal maxischermo, arrivano nel cortile del circolo a suonare la carica. Ognuno al proprio posto, mamma Daniela e babbo Romano sulle poltroncine in prima fila. Seduto per terra, c’è Valerio e accanto la sua fidanzata. La gara inizia. A ogni punto la saletta strapiena si accende: urla, applausi, incitazioni, tanto forti quanto gli “oh” di delusione quando il Brasile fa valere il suo peso e le sue giocate. Fino al finale, quello che nessuno avrebbe voluto: l’oro è sempre l’oro e, visto che era in ballo, il top era portarlo a casa.

«Certo, ma ripeto l’argento alle Olimpiadi è un gran successo -ribadisce col sorriso tipico di casa Buti - Simone a Rio è un sogno che si avvera. Era già una vittoria di per sé. Il tempo passa: ha 33 anni e questa partecipazione per lui è il coronamento di una carriera bellissima».

La classica ciliegina sulla torta. «Esatto - continua - Chi è il più felice a casa? Tutti, ognuno a modo suo. Anche i nonni: ci hanno cresciuto e questa per loro è stata una grande emozione. Loro se la sono vissuta a casa, con i loro 88 e 87 anni meglio così». Torre ieri c’era tutta e c’è da scommettere che ci sarà per festeggiare a dovere il suo campione. «Il valore dello sport è quello di unire e non dividere - mette in chiaro Valerio - Quindi, la festa di Simone è la festa di tutti coloro che vorranno salutarlo e festeggiare con lui questo successo. Va oltre la contrada». 

E lo sa bene anche il sindaco Alessio Spinelli, anche lui a Torre ieri. "E' il nostro campione e gli organizzeremo una festa adeguata - commenta Spinelli -  Intanto ci sarà qui nella frazione il 3 settembre. Da parte le contrade, qui siamo alle Olimpiadi. Poi penseremo a qualcos'altro. Lo scorso anno gli abbiamo dato il "Leone rampante", ora cercheremo un riconoscimento all'altezza dell'impresa di Rio".