San Giuseppe, una terra di nessuno. Ennesimo raid notturno dei ladri

Scassinati i distributori automatici nei cinque piani dell’ospedale

Furto ai distributori automatici

Furto ai distributori automatici

Empoli, 23 settembre 2017 - La domanda che rimbalza di bocca in bocca tra degenti, personale in servizio e familiari di chi per motivi di salute è costretto a trascorrere qualche giorno nei letti del San Giuseppe è «quanto è sicuro l’ospedale?». A innescare l’interrogativo è stato l’ennesimo raid messo a segno da chissà chi all’interno della struttura di viale Boccaccio. Tanto per chiarire il quadro, non è in discussione né il lavoro di medici e infermieri né quello di tutti coloro che operano tra corsie e corridoi. Ma certo, forse, qualcosa da rivedere c’è. E’ la sensazione che si ha dopo la serie di furti avvenuti ai danni dei distributori automatici di merendine e acqua, sistemati nel corridori dei vari piani della struttura. Non all’interno dei reparti, nei corridoi, ma poco conta. Ciò che maggiormente spaventa è che ci siano intrusi liberi di muoversi qua e là.

A quanto pare, qualcuno, tra mercoledì e giovedì, si è spostato indisturbato dal dopo cena fino a notte fonda, aprendo una dopo l’altra le macchinette, per poi svuotarle delle monetine. Dal piano terra fino al quinto, in un’escalation preoccupante. Con ogni probabilità, i malintenzionati, professionisti del furto, si sono intrufolati in ospedale, approfittando dell’orario di visita e hanno atteso che la situazione si tranquillizzasse. Poi, mano a mano che parenti e amici dei degenti hanno lasciato liberi i corridoi, si sono messi in azione, con calma. Hanno aperto, magari aiutandosi con un cacciavite, le macchinette.

Una decina in tutto quelle svuotate, mentre altre sono state soltanto danneggiate: evidentemente, disturbati dall’arrivo di personale o visitatori imprevisti, i ladri hanno mollato la presa. Così si allunga la lista di ammanchi da camere e salette: in passato sono spariti oggetti personali dei ricoverati, talvolta contanti piuttosto che occhiali o portafogli, addirittura, a quanto pare, all’appello mancherebbero anche dei televisori sistemati nella struttura. E la gente inevitabilmente non è tranquilla, nonostante la porta di ingresso principale dalle 23 in poi sia chiusa e venga aperta soltanto a ‘richiesta’.

Perché, chi vive di espedienti è abile a trovare escamotage e vie traverse, alternative rispetto a quelle consuete: una porta antipanico, a esempio, può essere una via di accesso facile da percorrere direzione macchinetta, cassetto o armadietto da scassinare. A tal proposito, la scorsa notte, quella tra giovedì e venerdì, sono stati nuovamente ‘visitati’ i locali della mensa dei dipendenti. Anch’essi si trovano in viale Boccaccio e non sono alla prima intrusione: si tratta del terzo episodio nel giro di poco più di venti giorni. Un ritmo tutt’altro che rassicurante.