«Con lui in aula c’era la giustizia. Non soltanto la legge dei codici»

Collegiata piena per il funerale di “Mimmo”, il pretore per definizione

Funerale di Domenico Ammirati in Collegiata a Empoli. Foto Gianni Nucci/Germogli

Funerale di Domenico Ammirati in Collegiata a Empoli. Foto Gianni Nucci/Germogli

Empoli, 28 marzo 2017 - Al dottor Domenico Ammirati, durante la cerimonia funebre, è stato tributato l’onore più grande per un magistrato quando è stata sottolineata la sua umanità nel’esercizio delle funzioni. Si può dire che risuonavano, all’inverso, le parole di De Gregori nella famosa canzone “Il bandito e il campione”: «Cercavi giustizia ma trovasti la legge». Nel’aula di Mimmo, com’è stato definito con affetto, c’era sì la legge dei codici - spiegava un avvocato - ma anche la giustizia. La Collegiata era piena, con tante persone in piedi, perché in molti non hanno voluto mancare alla cerimonia che ha segnato l’ultimo addio al Pretore per definizione, nell’accezione più alta del termine, di Empoli. Il magistrato ha svolto le sue funzioni in città per circa 28 anni, per poi passare al tribunale di Firenze.

Il rito funebre è stato officiato dal proposto di Empoli, don Guido Engels, e da padre Romeo Piroli del’istituto Calasanzio. Nella chiesa si sono ritrovati, oltre alla famiglia e agli amici, i dipendenti del ministero impegnati nella pretura, quelli che hanno contribuito a far ‘vivere’ gli uffici giudiziari negli anni in cui Ammirati ha svolto le funzioni di giudice in città. Non hanno fatto mancare la loro presenza i rappresentanti del mondo delle professioni, in testa gli avvocati naturalmente, le forze del’ordine, colleghi magistrati, il sindaco Brenda Barnini con una folta delegazione di assessori e il presidente del’Empoli Fc, Fabrizio Corsi. E poi tanti semplici cittadini che hanno voluto far sentire la loro vicinanza alla famiglia del Pretore. Don Engels e padre Piroli hanno ricordato la figura di Ammirati ricordando le sue caratteristiche di uomo attaccato alla famiglia, di esempio per tutti, di persona con grande cultura, amabile. I figli Carlo ed Enrico (ha parlato solo uno dei fratelli) hanno sottolineato il suo amore per il diritto e la natura, quest’ultimo forse maturato sui natii monti della Sila, in Calabria. Tra le sue caratteristiche è stata sottolineata anche quella di essere amato dalle persone semplici e di magistrato che si avvicinava alla gente. Non poteva essere dimenticato il Centro studi Valdarno Cultura, creato da Ammirati, che periodicamente organizzava convegni giuridici a cui spesso prendevano parte anche membri del Consiglio Superiore della Magistratura.

Tra gli interventi che hanno delineato la multiforme personalità di Ammirati anche quello del sottosegretario alla Giustizia Cosimo Maria Ferri, pure lui magistrato. «Mimmo era disponibile sempre, anche per piccole iniziative di beneficenza. E’ stato un grande amico di mio padre (Enrico, anche lui magistrato e uomo di governo). A Mimmo, poi, non andò giù la chiusura del Tribunale di Empoli». L’avvocato Andrea Petralli del’associazione degli avvocati di Empoli e della Valdelsa, infine, ha messo in luce il tratto umano del modo di essere giudice di Ammirati.