Fondi per contrastare la povertà. Il Comune investe 600mila euro

L’assessore Poggi: faremo anche interventi strutturali nei servizi

Arianna Poggi

Arianna Poggi

Empoli, 23 luglio 2017 - In arrivo per il comune di Empoli 603mila euro, da dedicare anche al rafforzamento e all’ampliamento dei progetti già attivi nel Comune, volti al contrasto della povertà. I fondi provengono dai 12 milioni di euro stanziati alla Regione Toscana nel «Programma Operativo Nazionale Inclusione» e sono stati assegnati attraverso avvisi pubblici del ministero del lavoro e delle politiche sociali. Sono destinati al rafforzamento delle capacità dei Servizi sociali nella presa in carico e nell’accompagnamento di famiglie in serie difficoltà economiche. Il Comune di Empoli utilizzerà i fondi per completare tutti i progetti personalizzati di attivazione sociale e lavorativa. Una parte del denaro infatti, sarà destinata all’ampliamento e al completamento del progetto «Sostegno e Inclusione Attiva», presente ormai da tempo sul territorio. Le famiglie con reddito basso, che rispondono a determinate caratteristiche, da settembre scorso possono infatti richiedere un aiuto economico presentando richiesta presso gli uffici appositi.

Riceveranno una speciale «card» sulla quale sarà versata mensilmente una somma di denaro (80 euro per ogni componente del nucleo) che la famiglia potrà utilizzare per far fronte alle spese primarie. Il progetto SIA sostiene, a oggi, già 400 famiglie. Un’altra parte dei fondi servirà invece per finanziare misure di inserimenti lavorativi, voucher, borse lavorative e progetti di istruzione. «Parte della somma sarà necessariamente utilizzata anche per interventi di struttura – commenta l’assessore alle politiche sociali Arianna Poggi – dedicati appunto al rafforzamento delle strutture dei Servizi sociali presenti sul territorio, senza le quali non sarebbe possibile la realizzazione di nessun progetto».

L’obiettivo del finanziamento, come ricordato anche dall’assessore regionale alla salute e al welfare Stefania Saccardi, non è solo dare un sostegno diretto alle famiglie più in crisi, ma anche rafforzare i servizi presenti sui territori che consentono lo sviluppo di equipe di professionisti preparati per accompagnare le famiglie stesse in un percorso di affrancamento dalla fase di precarietà e bisogno estremo. Come dire, insegniamo a pescare piuttosto che limitarci a dare un pesce a chi ha fame.