Tesoro del boss anche in Toscana, sequestrate le ville di Felice Maniero. Due in carcere

Immobili a Fucecchio e Marina di Pietrasanta sequestrati dalla Finanza. Arrestati due professionisti di Fucecchio

Un'immagine d'archivio di Felice Maniero

Un'immagine d'archivio di Felice Maniero

Venezia, 17 gennaio 2017 - A distanza di oltre 20 anni dall'uscita di scena dalle attività criminali della Mala del Brenta, la Guardia di Finanza ha messo le mani sul tesoro di Felice Maniero, compreso due immobili in Toscana: uno a Fucecchio e uno a Marina di Pietrasanta. Ville, auto, conti correnti e altri beni per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro, che l'ex boss avrebbe fatto acquistare da familiari e prestanome con il denaro accumulato in anni di rapine e spaccio di stupefacenti gestito dalla sua banda, sono stati posti sotto sequestro dalle Fiamme gialle su richiesta della Dda di Venezia, che ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Venezia due ordinanze di custodia cautelare: si tratta del broker finanziario Michele Brotini, 49 anni, di Fucecchio, e Riccardo Di Ciccio, 61 anni, anche lui residente a Fucecchio, marito di Noretta Maniero, dentista. Brotini risulta avere studi anche a Lucca e a Santa Croce sull’Arno, è accusato di essere colui che avrebbe occultato i soldi del boss, investendoli in fondi finanziari in Svizzera.

Anche "Faccia d'angelo", che vive sotto copertura dopo la sua collaborazione con la giustizia, risulta indagato, in stato di libertà, così come l'anziana madre, Lucia Carrain, e la sorella, Noretta Maniero.

I provvedimenti, chiesti dalla Dda veneziana, riguardano una serie di soggetti accusati a vario titolo di riciclaggio di proventi illeciti e intestazione fittizia di beni. Sono stati posti i sigilli a numerose automobili, due case, a Fucecchio e a Marina di Pietrasanta, polizze assicurative, conti correnti bancari e titoli per un valore attorno ai 17 milioni.

Tra i beni oggetto di sequestro preventivo anche un cavallo, di proprietà di Di Cicco. Le indagini della Gdf, partite circa un anno fa, avrebbero individuato alcuni prestanome, riconducibili alla famiglia del boss malavitoso, che avrebbero gestito l'immenso patrimonio criminale accumulato da Maniero sino alla fine degli anni novanta (circa 33 miliardi di lire dell'epoca) acquistando immobili di notevole pregio e mascherandone l'origine illecita attraverso una pluralità di rapporti finanziari.

Tra i primi anni '80 e la fine del 1994, Lucia Carrain, Noretta Maniero e Di Cicco avrebbero ricevuto dall'ex boss, in modo continuativo, denaro contante pari a 33 miliardi di vecchie lire, da reinvestire in acquisti di beni e attività finanzieri che dovevano coprirne la provenienza illecita.