Bullismo: "Se non paghi ti picchiamo". E il ragazzino rubava i soldi alla mamma

Vittima delle richieste estorsive uno studente, minorenne, di un istituto superiore. I suoi 'aguzzini', 5 ragazzi anche loro minori, che frequentano il suo stesso istituto, ora risultano indagati

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Empoli, 26 maggio 2017 - All'inizio la cifra 'pattuita' settimanalmente era di 20 euro ma poi con il trascorrere del tempo le richieste sono aumentate, passando a 40, 50 e fino ad arrivare a 500 euro. Vittima delle richieste estorsive uno studente, minorenne, di un istituto superiore di Empoli che tra dicembre e aprile è stato costretto a versare 1300 euro ai suoi 'aguzzinì, cinque ragazzi, anche loro minori, che frequentano il suo stesso istituto e che ora risultano indagati.

Le richieste spesso avvenivano durante la ricreazione mentre la consegna del denaro sempre alla fermata degli autobus il giorno successivo dove ad attendere il giovane c'erano almeno due dei cinque componenti del gruppo. «Se non paghi ti picchiamo», questa la minaccia rivolta al giovane che per paura rubava i soldi alla mamma ed al nonno.

L'ultima richiesta della banda è stata di 500 euro, da consegnare in un unica trance. La banconota è stata però notata da un suo compagno di scuola durante il tragitto in autobus casa-scuola. Al ritorno dalle lezioni l'amico ha chiesto che fine avesse fatto quella banconota ma lui non ha risposto. A quel punto il compagno, insospettito, si è rivolto ad un professore raccontandogli l' accaduto. L'insegnante a sua volta ha sentito la vittima che, in lacrime, ha raccontato quello che stava accadendo. L'insegnante, insieme con il preside, ha subito allertato la polizia che ha iniziato un'attività di indagine. Gli agenti del commissariato di Empoli, diretti dal primo dirigente Francesco Zunino e coordinati dalla Procura della Repubblica, Tribunale per i minorenni, sono riusciti a risalire ai cinque che ora risultano indagati per estorsione continuata aggravata in concorso tra loro. «Non abbiate paura, denunciate» è l'appello lanciato da Zunino. «Rivolgetevi alle forze dell'ordine ed agli insegnanti: non abbiate paura, noi siamo dalla vostra parte garantendo discrezione, anonimato e protezione. Non bisogna essere schiavi di nessuno»