Semplicità è sinonimo di successo

Il commento

Emanuele Baldi

Emanuele Baldi

Empoli, 31 agosto 2016 - L’arte della semplicità, nelle cose, è da sempre una medicina infallibile. Se poi l’applichiamo al mondo del divertimento – panacea di tutti i mali, specie in tempi tanto balordi - può diventare addirittura una molecola rivoluzionaria. Prendete una piccola città di provincia – Empoli – il suo fiore all’occhiello – il parco di Serravalle – e qualche notte di fine estate con la luna che strizza l’occhio. Pensate poi a tanti palchi con musicisti in gamba, a salsicce fumanti, arrosticini e pannocchie, a una bella birra da bere sotto le stelle, agli amici, ai cani che scodinzolano, alla voglia di far festa. Infine immaginate un nome semplicissimo, eppure evocativo e ficcante come pochi altri: «Beat». Il risultato sono centomila persone che, in cinque serate d’agosto, affollano una gigantesco giardino divertendosi come pazzi, spendendo pochi spiccioli e spazzando via, con sorniona ingenuità, ogni record di presenze dei festival regionali.

EPPURE Empoli, con il suo «Beat» che è appena alla seconda edizione, non ha inventato assolutamente niente. Piuttosto ha rispolverato una formula antica di intrattenimento, quel senso di stare bene tutti insieme, negli anni messo all’angolo dal proliferare di tanti, troppi eventi a tema, kermesse cervellotiche, festival modaioli e ossessivamente di tendenza. Ci piace pensare - e i numeri stavolta ci danno ragione - che qualcosa sia cambiato. O meglio ritornato. Per staccare la spina non occorre inventarsi chissà cosa. D’altronde se le vecchie feste di paese – spalmate qui in una città sì, ma pur sempre a misura d’uomo – stanno riprendendo campo un po’ dappertutto un motivo dovrà pur esserci. Che sia la voglia di semplicità? Pensiamoci.