Assalto armato al furgone portavalori, dure condanne per la banda dei quattro

Pene fra i tre e i cinque anni di reclusione a due coppie di fratelli

Assalto al portavalori a Vinci

Assalto al portavalori a Vinci

Vinci (Firenze), 3 febbraio 2017 - Condanne pesantissime, per gli autori dell’assalto al portavalori della Coin Service, avvenuto il 15 gennaio dell’anno scorso nelle campagne di Vinci. Un colpo che fruttò 15mila euro di monetine, anche se il furgone blindato conteneva la bellezza di 130mila euro: non fecero in tempo a prenderli tutti perché, dopo aver tirato giù le due guardie dall’abitacolo, e sparato anche colpi di pistola in aria, arrivò gente e dovettero desistere.

Ma Fabio e Claudio Hudorovic, 28 e 33 anni, residenti a Cannara (Perugia) e i pistoiesi Samuel e Carlo Levacovich, 27 e 50 anni, sono arrivati ugualmente davanti al giudice per l’udienza preliminare, Alessandro Moneti, con un pesante fardello di accuse. La pena più alta è stata inflitta a Samuel Levacovich e Fabio Hudorovich, cinque anni; quattro anni a Claudio Hudorivich, tre anni e quattro mesi a Carlo Levacovich.

Le indagini, coordinate dal pm Christine Von Borries, sono state condotte dalla sezione antirapina della squadra mobile di Firenze. E non fu per niente facile, collocare le due coppie di fratelli (oggi ai domiciliari) dietro al vasto giro che, come ogni giorno, il furgone con i due vigilantes della Coin Service di Empoli, compiva negli ospedali toscani per ritirare gli incassi di parchimetri e ‘punti gialli’. I poliziotti setacciarono le telecamere sui percorsi del blindato, e videro spesso spuntare dietro i due mezzi, una Golf e una Volvo che i banditi, alternandosi nel pedinamento ma restando in costante contatto telefonico tra di loro, usarono per mettere a segno l’assalto che si concluse in una zona isolata, via Collinare, prima che il tour del blindato si concludesse con il rientro alla ‘base’ con il suo tesoro in contanti.

Ma decisivo fu un pezzo di carta. Uno scontrino per caffé e bottiglietta d’acqua, in un bar di Careggi, che gli Hudorovic e i Levacovich avevano consumato mentre seguivano il portavalori. Lo trovarono i poliziotti del commissariato di Empoli ed è stata la prova, che ha ampiamente retto anche di fronte a quest’ulteriore tappa giudiziaria, dopo le misure firmate dal gip l’estate scorsa. L’azione era degna di un film. «State a terra, non vi muovete e braccia alzate», urlarono, e per far capire alle guardie giurate che facevano sul serio, spararono anche dei colpi in aria.

Poi, con i sorveglianti fuori gioco, attaccarono la cassaforte con il flessibile, ma l’operazione si rivelò molto lunga, troppo per quella strada che avevano bloccato mettendo i propri mezzi di traverso. Così, si dovettero accontentare dei sacchi, pieni di monetine, e scappare, prima che qualcuno desse l’allarme. Restò solo quello scontrino. Che bastò per andare a rivedere, sempre grazie alle immagini, chi avesse pagato a quell’ora, in quel bar. Bingo.