«Così ho fatto arrestare il truffatore». Una 82enne beffa il falso carabiniere

Il racconto dell’anziana che ha raggirato chi la voleva derubare

Un truffatore in azione

Un truffatore in azione

Empoli, 13 aprile 2017 - Ottantatré anni ancora da compiere, una voce pulita, una lucidità invidiabile, chi parla è la nonnina empolese che, martedì mattina, è riuscita a incastrare un falso carabiniere. «Non immaginavo e non voglio tanta notorietà. Spero soltanto che questa storia possa mettere al sicuro altri anziani, che come me vivono di una misera pensione». 

Un truffatore entrato in azione poco prima di mezzogiorno. Orario di pranzo, di tranquillità, di programmi tv da seguire. La signora era in casa da sola in quel momento, quando il telefono fisso ha squillato e il truffatore è entrato in scena. «Buongiorno, la chiamo dalla caserma dei carabinieri. Suo figlio si trova qui, ha investito un ragazzino di 17 anni in motorino. Aveva l’assicurazione dell’auto scaduta e adesso non può essere rilasciato finché non risarcirà il danno: deve darci 2.500 euro».

Una scena già ‘vista’ o meglio già sentita, dalla pensionata empolese con la cornetta in mano. «Non ricordo bene quando ma in tv avevo visto una trasmissione in cui proprio i carabinieri mettevano in guardia su questi raggiri – spiega l’anziana, ancora scossa – Mi è tornato in mente un particolare: per chiedere aiuto bisogna usare un altro telefono perché i truffatori ‘controllano’ quello di casa». Detto fatto. Senza farsi prendere dal panico, ha fatto mente locale: ha preso il cellulare, ha chiamato i carabinieri ‘veri’ e incastrato quello falso. In manette un 29enne originario del Napoletano, incensurato. E’ stato arrestato dai carabinieri della stazione di Empoli guidata dal maresciallo Dolfi, intorno a mezzogiorno di martedì, salvo essere ‘liberato’ ventiquattro ore dopo dal tribunale di Firenze: durante il processo per direttissima, è stata decisa la convalida dell’arresto, con conseguente condanna e sospensione della pena. Il 29enne, trovato con in tasca sette telefoni cellulari e circa 2.500 euro in contanti, da ieri è già a spasso.

Magari prenderà altre strade, consapevole dell’errore commesso, magari tornerà a dedicarsi all’attività che martedìlo ha portato a comporre il numero di telefono dell’anziana empolese. Ottantadue anni, la donna si è rivelato un osso duro, anzi indigesto per il giovanissimo. Non ha creduto alla storia del figlio trattenuto in caserma né a quella del risarcimento per il suo rilascio. «Anche perché io non ho figli, ma una figlia e sapevo bene dove si trovasse – spiega la donna – E poi ero certo che mia figlia non sarebbe mai andata in giro con l’assicurazione scaduta». Certezze che hanno spinto l’anziana a rispondere a tono al bandito: lei gli ha detto che avrebbe chiamato i carabinieri, con lui che a quel punto ‘gentile’ le ha addirittura fornito un numero da chiamare, «troppo lungo per essere vero, così ho fatto il 112».

Così, grazie ai buoni consigli elargiti dai carabinieri nel corso di una campagna informativa antitruffa, non solo si è ‘difesa’ ma ha anche aiutato gli uomini dell’Arma, con un gioco di squadra da dieci e lode. Mentre era in linea con il 112 ‘vero’, «il falso ha richiamato, gli ho detto la verità, ossia che non avevo 2.500 euro ma al massimo 5-600. A quel punto ha finto di parlare con un avvocato e di accontentarsi». E dunque i banditi si sono presentati a casa della pensionata. A quanto pare erano in due, uno, quello più vicino alla porta, sarebbe riuscito a fuggire attraverso i campi, l’altro è stato bloccato sul cancello di casa dai carabinieri. «Che devo dirle? Non avrei mai immaginato potesse succedermi una roba del genere – commenta la pensionata empolese prima di salutarci –. E’ andata bene, ha ragione, ma non immagina la mia paura che possano tornare».