Empoli, 24 giugno 2017 - «Empoli Fa Impresa», la variante urbanistica pensata per dare nuove opportunità alle aree industriali con nuovi insediamenti e aumenti degli spazi esistenti approvata lo scorso luglio, prosegue il cammino amministrativo. Lo scopo dell’iniziativa è quello di stimolare la ripresa economica agevolando le imprese con modifiche e adattamenti al mercato delle strutture esistenti. La variante punta ad aumentare la capacità attrattiva e la competitività della città.
La Regione definirà l’atto conclusivo per la successiva adozione da parte del consiglio comunale. Quindi ci saranno 60 giorni per le eventuali osservazioni e poi un successivo passaggio in consiglio per l’esame e l’approvazione. Il procedimento ha visto un processo di partecipazione e confronto con le categorie sociali ed economiche che ha portato numerosi contributi e proposte, tanto che la variante si è arricchita di nuovi obiettivi e nuove previsioni con la conseguente necessità di aggiungere una corposa documentazione a quella iniziale. L’obiettivo del Comune è quello di rispondere alle problematiche poste da imprenditori e associazioni di categoria. Si prevede una selezione delle funzioni insediabili, per rispondere ai bisogni espressi dalle mutate condizioni di mercato e sociali; incremento delle dotazioni di servizi alle imprese; previsione di nuove aree produttive in ampliamento a quelle esistenti.
La proposta di variante riguarderà sostanzialmente aree come Pontorme, Carraia e il Terrafino; la pianificazione di nuove aree produttive; rigenerazione di consistenti aree produttive dismesse, o sottoutilizzate; aumento del tipo di aziende insediabili nelle zone produttive: dall’artigianale al commerciale al direzione ai servizi alle imprese e persone. Intanto Via del Papa ha approvato un’altra variante che punta a liberare il Terrafino, una delle zone industriali più grandi della Toscana, dai vincoli attuali per favorire nuovi investimenti. «Così come anche l’area del Polo Tecnologico che per noi è strategica e che va verso un ulteriore sviluppo, anche a livello di viabilità».