Il sindaco: "Servono più forze dell’ordine in strada e dove si fanno indagini"

L’appello del sindaco Barnini in vista del vertice con il prefetto

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini

Il sindaco di Empoli Brenda Barnini

Empoli, 31 gennaio 2018 - «Servono più forze dell’ordine in strada e negli uffici dove si svolge il lavoro di indagine». Il sindaco di Empoli, Brenda Barnini, aspettando il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ottenuto per il 21 febbraio (a Firenze), fa il punto sulla questione sicurezza. Un tema bollente, dopo le due rapine in altrettanti supermercati tra Empoli e Montelupo. Che i presunti responsabili siano stati individuati, non cancella il fatto che sono avvenute. C’è stato poi l’assalto notturno, a mano armata, nella casa di un imprenditore castellano.

Sindaco, il vaso è colmo?

«Premesso che con il prefetto Giuffrida avevamo preso l’impegno di convocare il Comitato una o due volte l’anno, senza dubbio gli ultimi, gravi eventi mi hanno portato a sollecitare la causa. Il 21 febbraio potremo commentare la cattura dei rapinatori, è vero, ma quanto accaduto ci spinge a sottolineare la necessità di un aumento delle forze dell’ordine sul territorio».

Rafforzamento delle azioni di indagine e prevenzione su furti e rapine, una delle sue richieste. Si può fare di più?

«L’Empolese Valdelsa è un territorio di passaggio ‘scelto’ da bande autrici non di furti improvvisati, bensì di colpi studiati a tavolino. Per riuscire a prevenire queste incursioni c’è bisogno di rafforzare il personale sia dedito alla parte investigativa sia impegnato in attività di controllo. Se no, il sistema è zoppo».

Prevenire è meglio che curare.

«Esatto. E per far farlo servono uomini, come sottolineato dal sindacato italiano unitario lavoratori polizia. Non so se riusciremo a uscire dal Comitato con una promessa di poliziotti in più, ma il fatto che undici comuni avanzino una richiesta porterà chi di dovere ad ascoltare con maggiore sensibilità».

Ha sottolineato anche la necessità di controllare il territorio comunale in alcuni punti sensibili. Quali sono?

«Il principale è la stazione ferroviaria, il luogo dove arriva e si concentra chi vive di spaccio: il parco Mariambini, come spazio di consumo e vendita al dettaglio di stupefacente, è una conseguenza. In zona stazione ci abbiamo messo la videosorveglianza, ma serve una presa in carico più forte e consolidata da parte delle forze dell’ordine».

‘Divise’ come prevenzione e repressione. Eppure tra i cittadini la fiducia nel sistema sicurezza-giustizia sembra vacillare... 

«Purtroppo è vero. Il messaggio che rischia di passare è che le istituzioni non siano sufficientemente in grado di difendere i cittadini. E’ un messaggio da combattere, tenendo a mente che denunciare è il primo passo per consegnare alla giustizia chi commette crimini».

In tutto questo s’inserisce il controllo di vicinato...

«Aldilà di rafforzare i legami tra persone, serve anche a ricostruire un rapporto di fiducia con istituzioni e forze dell’ordine. Accorcia le distanze e garantisce un monitoraggio capillare del territorio. Perché la sicurezza è una trama che tutti contribuiamo a tessere. Ognuno fa un pezzettino, senza sostituirsi a carabinieri e polizia. Bensì collaborando».

Novità in arrivano a proposito del progetto?

«A breve partirà anche in via Sottopoggio per San Donato, dove si è già svolto l’incontro informativo. Domani (oggi, ndr) saremo a Villanova per un’altra riunione con i cittadini».