«Adesso restituiteci le nostre case». Reazioni dopo la condanna alla coop

Non è finita l’angoscia dei proprietari: gli immobili rischiano l’asta

La Guardia di finanza

La Guardia di finanza

Empoli, 28 aprile 2017 - Le case ancora rischiano l’asta, pur pagate in tutto o in parte. Questo nonostante le pesanti condanne per la Cooperativa Primavera 90, la cooperativa che ha costruito l’area peep di via Madre Teresa a Calcinaia, nel Comune di Fornacette. Quelle famiglie, tutt’oggi non sono ancora proprietarie dei loro alloggi, pagati, tra il 2003 e il 2005, la bellezza di 200mila euro, e incagliati in un’ipoteca della banca. Nella stessa situazione chi ha acquistato casa a Empoli, Montelupo o a Ponte a Egola: immobili pagati fino all’ultimo centesimo, ma il rogito non è mai stato perfezionato. Le condanne sono però, oggi, una grande vittoria morale. E anche un grande risultato ottenuto dalla Guardia di Finanza di Empoli, che ha svolto una lunga e articolata indagini con il coordinamento del sostituto procuratore Paolo Barlucchi. Questa la parte dell’inchiesta e del processo. Ma per quanto riguarda gli immobili, il trasferimento mai avvenuto delle proprietà, la strada è ancora lunga e piena di ostacoli.

«Un passo decisivo sarà il processo civile davanti alla corte d’appello di Firenze il 23 gennaio 2018», dicono gli avvocati di parte civile Sorrentino e Gugliotta, che assistevano alcune delle famiglie vittime della truffa. «Quell’udienza sarà importante se la corte riconoscerà la sua competenza – spiegano i legali –. Noi chiediamo che ci venga riconosciuto il diritto di essere proprietari e la possibilità. anche a fronte di un pagamento, di risolvere l’ipoteca che grava sugli immobili». Immobili che rischiano di finire all’asta giudiziaria: le famiglie, tutt’oggi, non sono ancora proprietarie dei loro alloggi, incagliati in un’ipoteca della banca e con un rogito promesso fin dall’assegnazione ma mai perfezionato perché il costruttore non si è mai presentato da un notaio.

La sentenza penale a carico degli amministratori della cooperativa coinvolti, anche se con ruoli diversi, ha stabilito anche il risarcimento dei danni, da liquidarsi in sede civile, con provvisoria esecuzione. Anche se la strada per avere i soldi appare a sua volta molto tortuosa. Intanto il 12 maggio l’attenzione si sposta sul tribunale di Pisa dove potrebbe arrivare a sentenza la causa promossa da due soci di Ponte a Egola che hanno fatto causa nel 2008 «affinché il tribunale stabilisse i prezzi di cessione degli appartamenti», dice Alfredo Sorace, proprietario di un immobile in questione e promotore della causa insieme alla moglie, visto che, nonostante si trattasse di area Peep, quel Comune ha impiegato sei anni per stabilirlo. E poi la rabbia: «Non è solo colpa della coop, ma anche e soprattutto del Comune e delle banche che hanno fatto il bello e cattivo tempo. Ho fatto tante denunce dal 2008 a oggi e devo dire grazie alla Finanza di Empoli che ci ha aiutato tanto».