Empoli, 23 aprile 2014 - Ecco l'intero documento di Confesercenti

Premessa:

Le due confederazioni di rappresentanza più significative del nostro territorio rivolgono l’ ennesimo, accorato appello ai candidati alle prossime elezioni amministrative affinché venga assunto l’impegno di affrontare, concretamente, al?cune problematiche di carattere locale e non solo, che, in maniera sempre più pressante, stanno, di fatto, soffocando le dinamiche di sviluppo delle imprese operanti sul territorio. 

Ecco perché, al termine del confronto sarà chiesto ai candidati di sottoscrivere e/o condividere pubblicamente il se?guente documento:

FISCO LOCALE ALLARME ROSSO

Tutti i dati in nostro possesso confermano un fatto allarmante: sono state soprattutto le tasse locali, nell’ultimo de?cennio, ad aumentare in modo esponenziale su famiglie ed imprese. 

Anche i sindaci “uscenti”, su questo versante, non si sono fatti molti scrupoli: su Tares, aliquote Irpef, Cosap, Tassa di soggiorno ed altre tariffe locali di minore importanza, occorre prendere impegni concreti. 

Visti i livelli raggiunti, non ci accontentiamo di sostenere l’opzione “Aumenti Zero”, ma chiediamo, a gran voce, un piano di progressiva riduzione della pressione fiscale

• Riduzione spesa locale improduttiva, Nothing is impossible! 

L’allentamento della pressione fiscale deve andare necessariamente di passo con l’adozione di una “Spending rewiew del Sindaco” che, proprio partendo dall’eliminazione o comunque il ridimensionamento di alcune voce di spesa ( affit?ti, utenze, consulenze, personale) potrà appunto consentire all’amministrazione di governare senza imporre pesanti sacrifici al cittadino.

Intendiamoci: nessuno chiede di ridurre la gamma di servizi o ridimensionare il sistema di welfare locale; ma “sic et simpliciter” pensiamo che si possa governare bene una comunità anche ridimensionando alcune voci di spesa.

• Le “sforbiciate” non siano solo a Roma

In un momento in cui, anche legittimamente, a livello nazionale, viene messa in discussione la sopravvivenza di una serie di enti di carattere amministrativo ed Istituzionale, compreso il Senato della Repubblica, noi non possiamo resta?re al palo e continuare a discutere all’infinito di aggregazione di piccoli comuni e ruolo dell’Unione.

Dovremo certo rivendicare un carattere di autonomia all’interno delle Città Metropolitana che assumerà un ruolo di grande rilievo con l’abolizione delle Provincie, ma, allo stesso tempo, non potremo esimerci dal razionalizzare e rende?re più efficiente il complesso delle istituzioni nel nostro territorio.

Si dovranno realizzare rapidamente i processi di aggregazione tra Comuni e quelli di gestione associata all’interno dell’Unione, senza infingimenti e con l’unico scopo di mettere in campo una macchina amministrativa meno onerosa per il cittadino e più funzionale rispetto alle esigenze delle imprese. 

• Turismo, un appello sulla tassa di soggiorno: potremmo riempirci la bocca con tutta una serie di proposte e idee che attengono la promozione turistica e la ricerca di nuovi flussi turistici nei cosiddetti “mercati emergenti” e non solo. Diciamo che, comunque, per il momento ci accontentiamo di un impegno concreto : le risorse della tas?sa di soggiorno siano interamente destinate al sistema di accoglienza turistica locale e, congiuntamente, alla pre?disposizione di un grande progetto di promozione turistica dell’area 

PIANO DI SVILUPPO ECONOMICO

Gli ultimi 5 anni hanno radicalmente cambiato non solo la struttura economica del paese, ma anche quella del nostro territorio. 

Abbiamo perso spezzoni importanti di manifatturiero, artigianato e commercio, soprattutto sul fronte della microim?presa, ma anche le aziende più strutturate hanno avuto i loro problemi ( si pensi al caso forse più eclatante, la Shellbox a Castelfiorentino).

Allo stesso tempo però sono cresciute alcune aziende che hanno diversificato la produzione, scommettendo per e?sempio su export ed innovazione tecnologica. 

Vi  sono  stati  inoltre  investimenti  importanti  in  un  settore,  quello  del  turismo  (  si  pensi  a  Castelfalfi)  e dell’enogastronomia, che, seppure con un po’ di fatica lasciano intravedere alcuni margini di crescita per l’immediato futuro. 

Da queste considerazioni occorre partire per disegnare, a nostro avviso, un nuovo sviluppo economico ed occupazio?nale della nostra area.

• Tappeto rosso per le imprese

Ci vuole una rivoluzione culturale, quasi “copernicana”, per rovesciare completamente il rapporto finora esistente tra l’apparato amministrativo locale e il nostro mondo: senza voler tornare ai concetti di “laissez faire, laissez passer”, oc?corre però divincolare la nostra economia dai cosiddetti “lacci e laccioli” che la imprigionano in un vero e proprio “cul de sac”, e mettere in campo nuovi strumenti di sostegno e semplificazione. 

Rivendichiamo quindi il primato delle imprese e di chi crea occupazione rispetto al complesso mostruoso di norme e regole che a niente servono se non a giustificare apparati burocratici senza fine.

• Una politica per i settori tradizionali del manifatturiero

Vi sono alcuni spezzoni del nostro settore manifatturiero che hanno fatto storia e fortuna del nostro territorio: si pen?si alla ceramica, al vetro, alla moda. 

Questi comparti devono essere sostenuti e monitorati, orientati all'export, e quindi supportati anche in un’ottica di internazionalizzazione e ricerca di nuovi mercati. 

Noi riteniamo che questo ruolo possa e debba essere svolto dall’’Asev che, appunto, dovrebbe sempre più configurarsi come agenzia specializzata nell’erogazione di servizi innovativi alle imprese del territorio.

• Infrastrutture, ora o mai più!

In alcune realtà del nostro territorio siamo ancora soffocati dal mancato completamento di opere infrastrutturali deci?sive per lo sviluppo delle nostre imprese. 

Si pensi alla “tragedia” della 429, ma anche ad altre opere minori che vanno completate o rilanciate.  Qui non ci possono essere più indugi: questi interventi vanno fatti senza se e senza ma! 

• GDO, Volumi zero

Su questo siamo coerenti: ormai da tempo riteniamo esaurita la fase della crescita esponenziale della GDO.

Il nostro territorio, lo dicono tutti i dati, è ormai “saturo”: tra Outlet, Grande Distribuzione tradizionale, Discount, Spacci aziendali non ci sono più margini di crescita per nessuno.

Per questo motivo, ed anche perché crediamo in un “modello toscano” basato sulla tutela dell’esercizio commerciale di vicinato chiediamo “Volumi zero” rispetto a qualsiasi ipotesi di nuovi insediamenti.

• Centri storici, un progetto Start up

In assenza di politiche di rilancio e tutela dei nostri Centri storici ed urbani, ogni azione di sostegno al commercio tra?dizionale rischia di avere le armi spuntate.

Occorrono risorse per la riqualificazione e la promozione di queste aree, incentivi per giovani coppie che decidono di risiedervi e per imprenditori che vi aprono attività commerciali e di servizio. 

In tal senso occorre una grande opera di semplificazione e di abbattimento dei costi, per l’insieme delle pratiche edili?zie e di ristrutturazione inerenti ad entrambe le attività. 

Vorremmo riassumere il complesso di tali operazioni in un progetto specifico, “START UP CENTRO STORICO”.

• CCN, nuova sinergia pubblico?privato

Dai CCN o comunque dagli organi di aggregazione spontanea tra imprese occorre ripartire per progettare una nuova ed inedita sinergia tra pubblico e privato su realizzazione eventi di promozione del territorio e cogestione ed esterna?lizzazione servizi dell’Amministrazione ( parcheggi, mercati, decoro, lotta al degrado,ecc).

Solo così facendo si potranno ottimizzare alcuni costi, valorizzare i processi di aggregazione tra imprese, vitalizzare il tessuto economico e commerciale. 

• Più sicurezza, più sviluppo! 

La sicurezza delle nostre attività, come quella di coloro che vivono nei nostri centri storici ed urbani è propedeutica ad ogni sviluppo economico ed occupazionale del territorio. 

Chiediamo nuovi impianti di videosorveglianza, pene certe e severe per furti e danneggiamenti attività, maggiore col?laborazione e sinergia tra i vari organi di sicurezza dello stato. 

NUOVA CONCERTAZIONE

Noi non vogliamo rinunciarci o “togliercela dalla testa”, almeno nell’eccezione positiva e “moderna” del termine, ov?verosia non come strumento utile a far prevalere interessi di parte su quelli generali, ma come metodo per coniugare le istanze imprenditoriali con quelle dello sviluppo di un territorio e di una comunità. 

• Meno Comitati, più politica 

Deve essere la politica, assieme agli organi di rappresentanza delle categorie economiche ad assumersi questo compi?to, nella consapevolezza che solo un ruolo forte degli amministratori locali favorisce gli inserimenti produttivi e spinge gli imprenditori a scommettere sul futuro delle loro aziende. 

Quando invece la politica è debole, prevalgono i comitati e “professionisti del no”, come è successo, recentemente, a Montelupo, con le note vicende Colorobbia.