Empoli, 13 marzo 2014 - Buone notizie per la Shelbox di Castelfiorentino. Almeno buone intenzioni, potremmo dire, visto che un imprenditore argentino ha appreso la storia grazie alle parole del Papa, che aveva incontrato i lavoratori, e ha deciso di interessarsi alle sorti dell'azienda. Il santo Padre in quella udienza, il 29 gennaio scorso, aveva ricordato che il lavoro è fonte di dignità auspicando una soluzione per risolvere la situazione dell'azienda. L'industriale è in questi giorni in Italia e a Firenze ha incontrato autorità e lavoratori. Il futuro della Shelbox e delle 115 persone che lavoravano nell'azienda di Castelfiorentino, azienda storica di case di legno e prefabbricati, dichiarata fallita dal tribunale, dipenderà dunque dal successo che riscontreranno in Sud America le case prefabbricare realizzate in Valdelsa.

Nell'incontro che si è svolto oggi nella sede della Provincia di Firenze si è discusso anche delle modalità e dei tempi necessari per la realizzazione dei primi modelli di case prefabbricate che dovranno essere eventualmente spediti oltreoceano. Erano presenti il presidente della Provincia fiorentina, con delega al lavoro, Andrea Barducci, i lavoratori, il sindaco di Castelfiorentino Giovanni Occhipinti, e l'ingegner Mauro Di Lauro, della Di Lauro Consulting che intende formalizzare la manifestazione di interesse della sua azienda per l'attività della Shelbox. Insieme al lui anche il rappresentante della consorzio di imprese Greenway.

Di Lauro, che vive a Buenos Aires, ha confermato di essere venuto a conoscenza del caso Shelbox grazie alle parole di Papa Francesco. "Le istituzioni faranno di tutto per consentire lo sviluppo del progetto illustrato
oggi dall'ingegner Di Lauro - hanno detto Barducci e Occhipinti - in cui si incrociano due obiettivi importanti: combattere l'emergenza abitativa nei paesi in via di sviluppo e consentire la piena occupazione dei lavoratori
della Shelbox".