Empoli, 4 gennaio 2014 - Li ha ritrovati una bambina di dieci anni appena scesa da un’auto parcheggiata a pochi metri dalla statale Tosco Romagnola al Terrafino, zona alle porte di Empoli. Ha visto un grande sacco nell’erba, nonostante fosse già buio (erano da poco passate le 18): all’interno c’erano due boa constrictor, di cui uno di due metri, morti da alcuni giorni.

Si tratta di un esemplare di femmina adulta, di oltre due metri, e di uno piccolo di poche decine di centimetri. Il boa piccolo inizialmente non era stato visto, ma è stato scoperto solo quando il sacco è stato aperto nei locali dell’Asl 11. Sono intervenuti gli uomini del comando stazione di Empoli del corpo forestale che stanno indagando per risalire al proprietario. Gli agenti pensano che si tratti di animali detenuti illegalmente, considerando l’abbandono del in un campo a lato della Tosco Romagnola. Gli animali sono stati portato al servizio veterinario dell’Asl ed è stato avvisato il servizio Cites della forestale di Firenze Cites, l’ufficio della forestale che si occupa di animali e piante protetti dall’omonima convenzione firmata a Washington nel 1973 (in vigore in Italia dal 1975).

L’animale adulto non aveva un chip, che però, per questa specie, non è obbligatorio. Il boa constrictor è inserito infatti nella seconda appendice della convenzione, quella degli animali «non pericolosi» che prevede la denuncia di nascita in cattività o la licenza di importazione dal paese di origine. Non sono previste, invece, denunce di morte. Ma si deve smaltire il corpo dell’animale tramite il servizio apposito presente in ongi Asl, non certo abbandonandolo in un prato. Il proprietario dei boa rischia le incriminazioni per maltrattamento su animali e infrazione legate allo smaltimento irregolare degli animali.