Pitigliano (Grosseto), 25 maggio 2012 - "Grazie per avermi scelto come tua sposa": queste parole pesano come un macigno ai funerali di Antonio Santarelli, il carabiniere morto dopo un coma durato un anno per l'assalto a un posto di blocco fuori da un rave party, nella zona tra Pitigliano e Sorano, il 25 aprile 2011. Sono le splendide parole della moglie Claudia. Un anno di speranze e dolore per la moglie e per il figlio, insieme a capo del lungo corteo funebre.

Pitigliano si è fermata per i funerali di Stato di Antonio, che in Toscana aveva costruito la sua carriera nell'Arma e la sua famiglia. Una città e una regione, ma anche l'Italia intera si è stretta ai carabinieri e a quello che rappresentano. Un anno fa, tre ragazzi e una ragazza assaltarono Santarelli e un altro carabiniere, Domenico Marino, soltanto perché li avevano fermati a un posto di blocco mentre andavano a un rave. Marino era presente al funerale e per lui il dolore, comprensibile, è stato ancora maggiore.

Un assalto brutale, con un grosso palo preso in una vigna. Santarelli non si è più svegliato, Marino ce l'ha fatta a superare le gravissime ferite ma ha perso per sempre un occhio. Matteo Gorelli, di Cerreto Guidi, era l'unico maggiorenne colpevole dell'assalto e ora è in carcere a Grosseto.

''Avevi dei valori unici, babbo meraviglioso, grazie per avermi scelto come tua sposa'', ha detto la moglie Claudia, che poi ha letto un passo dell'Antico Testamento: ''Lui sognava un mondo migliore e per questo ideale si spendeva ogni giorno''.

Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Biagio Abrate, ha partecipato ai funerali del carabiniere Antonio Santarelli. Alle esequie erano presenti altre autorita' militari e civili ed alti rappresentanti delle Forze Armate. Il gen. Abrate si e' stretto intorno al dolore della famiglia Santarelli e a tutti gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri "i quali, con il loro impegno quotidiano svolto sempre con spirito di abnegazione, garantiscono la sicurezza dei cittadini".

"Come non ringraziare la grande famiglia dei carabinieri, che sorvegliano ogni strada, ogni curva, ogni centro abitato". Cosi' il vescovo di Pitigliano, Guglielmo Borghetti durante i funerali di Stato in onore a Antonio Santarelli. "Un grazie - aggiunge il porporato- che oggi si amplia data la bella manifestazione di vicinanza alla famiglia dell'uomo che celebriamo".

Il tricolore, il picchetto d'onore dei carabinieri, la gente comune ai bordi delle strade sono le istantanee di una giornata di grandissimo dolore per Pitigliano, un dolore ancora più grande perché arrivato senza un senso, senza un perché, dettato soltanto da una cieca follia di un branco di ragazzi.