Empoli, 22 aprile 2012 - E' già trascorso un anno da quando due carabinieri della compagnia di Pitigliano sono stati massacrati a bastonate, calci e pugni a pochi chilometri da un rave-party vicino Sorano. Uno di loro, Antonio Santarelli, è ancora ricoverato in una clinica in stato vegetativo.

Per questa brutale aggressione è rinchiuso in carcere a Grosseto Matteo Gorelli, il ventenne di Cerreto Guidi che la mattina del 25 aprile 2011 era a capo (l’unico maggiorenne all’epoca) del gruppetto di quattro ragazzi che ha compiuto la brutale aggressione.

Un anno che non è stato sufficiente a chiudere le indagini preliminari, considerando che di recente è stata assegnata la perizia psichiatrica proprio su Gorelli, per capire le reali condizioni della sua mente al momento dell’agguato. Mercoledì, ipoteticamente, Gorelli potrebbe tornare in libertà, a meno che il giudice per le indagini preliminari Marco Bilisari domani non decida di prorogare la custodia cautelare in carcere.

Eventualità probabile, considerato che uno dei quesiti delle perizia psichiatrica assegnata al professor Romano Fabbrizzi è proprio capire se il ventenne è un «soggetto socialmente pericoloso». Considerando che la perizia è stata assegnata il 30 marzo scorso, difficile che un giudice prenda in considerazione il ritorno in libertà prima di avere esaminato questo aspetto della personalità del giovane, accusato di duplice tentato omicidio nei confronti dei militari.

I suoi difensori, gli avvocati Luca Tafi e Francesco Giambrone, in questo anno non hanno mai presentato istanza di scarcerazione. Ritenendo probabilmente che non ci fossero gli estremi per poterla ottenere. Il perito incaricato dal gip dovrà anche ripercorrere «la storia personale e clinica del ragazzo che la mattina del 25 aprile dello scorso anno colpì riptetutamente con un bastone di legno e una torcia elettrica i due carabinieri». Infine Fabbrizzi dovrà anche valutare «l’attuale capacità di intendere e di volere del ragazzo».

L’aggressione a Santarelli e al collega Domenico Marino, avvenne poco prima delle 9. I due militari, impegnati in uno dei servizi di pattugliamento per il rave-party, fermarono la Renault Twingo condotta da Gorelli che risultò positivo all’alcol test. La contestazione della multa e il ritiro della patente fecero scattare la furia del ragazzo e secondo i giudici del Tribunale dei minori di Firenze anche degli amici che erano con lui.