Empoli, 10 aprile 2012 - Pensava di lavorare, finalmente, e guadagnare bene con un job-on-line: invece deve restituire al sistema bancario 10 mila euro e deve rispondere di riciclaggio. Un’allucinazione. Sfruttare il dramma dell’affannosa ricerca di un lavoro, nella quale oggi più che mai in tanti sono impegnati, per mettere a segno una truffa informatica che inguaia persone in buona fede: succede anche questo, ed un caso è stato preso in carico, nell’Empolese, dall’associazione Consumatori Europei Indipendenti (Aeci) con quartier generale nella nostra città. Si sarebbe trattato, in definitiva, di una sorta di versione molto raffinata di “phishing”.

Entriamo nel dettaglio, col presidente di “Aeci”, Fabrizio Spinelli, di quanto accaduto: “Arrivano offerte di lavoro via mail che si rivelano false. E’ quanto è capitato ad una signora empolese che si è rivolta disperata alla nostra associazione dopo aver accettato un’offerta di lavoro: ci ha rimesso 10 mila euro”.

L’offerta, secondo quanto narrato dalla donna e poi ricostruito, sarebbe arrivata da elementi dediti appunto al “phishing” - in genere società difficilmente rintracciabili - che hanno bisogno di conti dove far transitare i soldi sottratti da altri conti: a loro servono, come facciata, assistenti on-line, con garanzia di guadagni. Ovviamente, chi si vede recapitare - come successo alla signora - le offerte di lavoro (perché magari iscritto a qualche banca dati per la ricerca), non sa che arrivano da pseudo-società truffaldine.

Insomma, queste società (che nascono e muoiono in un amen, non prima però di aver fatto danni) - dice Spinelli - “dopo essere riuscite a svuotare il conto ad ignari malcapitati cercano affiliati assistenti online che mettano a disposizione il proprio conto corrente su cui far transitare i soldi delle truffe da convogliare ad altri amministratori online che creano dei conti correnti vergini per ricevere i pagamenti e fare a loro volta bonifici”.

La signora, pensando di lavorare nel settore della finanza online, ha messo a disposizione il proprio conto ed è stata avvertita dalla sua banca che quelle operazioni potevano essere sospette. Così, la signora ha sporto denuncia alla Polizia Postale e dietro loro consiglio ha bonificato rendendo indietro i soldi ricevuti agli ignari correntisti.
Soldi che pensava di aver guadagnato e che invece non ha più.

Il problema, dice Spinelli, è che la donna, pur in buona fede, si è trovata con una denuncia penale per riciclaggio.
Il tentativo di riciclaggio - precisa “Aeci” - è stato contestato in relazione al trasferimento di 10 mila euro che provenivano dal reato di truffa attraverso l’illecito prelievo on line dal conto corrente bancario di altri signori, in favore di altre persone con cui, la signora, pare si fosse accordata prestandosi a svolgere il ruolo di soggetto interposto disponibile a consentire l’utilizzo del proprio conto corrente bancario per un temporaneo accredito del denaro, che poi doveva essere destinato al trasferimento ad altri soggetti, trattenendo una percentuale. “Con il risultato che chi ruba i soldi da un poveraccio, cerca altri poveracci che creino il circuito in rete per far sparire i soldi”, conclude Spinelli.