Empoli, 26 febbraio 2012 - ABBATTUTI decine di piccioni e di polli in un allevamento privato di Montespertoli. Lo ha ordinato l’Asl 11, riscontrando che gli animali erano stati colpiti da influenza aviaria, ma di una forma non pericolosa per l’uomo. Si tratta di quella che gli specialisti chiamano malattia di Newcastle, un virus che colpisce piccioni ed in genere volatili, ma diverso dall’aviaria vera e propria in quanto non attacca l’uomo. L’epidemia è stata riscontrata in un piccolo allevamento privato nel territorio di Montespertoli, preso Poppiano, al confine col comune di San Casciano.
 

 

«IL NOSTRO è un allevamento ad uso familiare e non commerciale — dice il titolare, che abbiamo contattato ieri — Avevamo notato negli ultimi giorni, che stavano muorendo i nostri piccioni in numero sospetto. Li trovavamo senza vita nelle voliere. In più, nelle vicinanze, avevamo potuto osservare la presenza di piccioni selvatici, quelli che stanno su torri e campanili per intenderci, stecchiti. Abbiamo pensato che ci fosse un nesso tra questi episodi e quindi abbiamo avvertito la Asl». Una segnalazione quanto mai tempestiva ed appropriata: l’Asl 11, dopo la conferma del Centro di referenza nazionale per l’influenza Aviaria presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, ha già intrapreso le misure necessarie. Venerdì c’è stata la soppressione di 70 piccioni domestici e 5, e da ieri è cominciato il controllo di tutti gli allevamenti, sia di aziende che di quelli ad uso strettamente privato, della zona: sono state istituite, come spiegato dalla nota inviata dalla Regione ai Comuni interessati, una zona di protezione per il raggio di 3 chilometri dal focolaio, ed una di sorveglianza nel raggio di 10. La prima riguarda da vicino i territori di Montespertoli e San Casciano. La seconda anche parte dei comuni di Certaldo, Tavarnelle, Barberino, Impruneta, Scandicci, Lastra a Signa e Montelupo. E’ vero che questa ‘pseudoaviaria’ non riguarda l’uomo, ma è altrettanto vero che è temibile per i volatili, e nel Chianti di allevamenti ce ne sono.
 

 

«LE MISURE adottate — spiega Donatella De Monte, responsabile del servizio veterinaria della Asl 11 — servono per arginare la possibilità che si possa trasmettere il virus. Non bisogna fare allarmismo perché la Newcastle non è come l’aviaria vera e propria, non si trasmette all’uomo. Non vi sono problemi per il consumo di carne ed uova, mentre in queste settimane l’attenzione si sposterà sulle uova da cova, quelle per i pulcini». Nell’area di protezione, tutti i volatili sono sequestrati, cioè strettamente consegnati ai luoghi dove sono tenuti, senza possibilità di spostamento. Nella sorveglianza, ci sono i controlli e il divieto di far uscire volatili per 15 giorni.
«Nessun allarme per l’uomo, quindi bene smorzare i toni» è il commento del vicesindaco di Montespertoli, Matteo Fiorentini. Ma da dove è arrivata questa epidemia? «Il virus aveva colpito le tortore in Toscana — risponde la dottoressa De Monte — e una delle ipotesi è che sia giunto proprio da quelle».
 

Andrea Ciappi