Empoli, 17 agosto 2011 - PER I PINI di via Masini ieri mattina è scoccata l’ora decisiva, mentre gli avversari del taglio, i Verdi e qualche cittadino, non demordono, in alcuni casi arrivando a minacciare il ricorso alle vie legali. Operai e tecnici hanno cominciato a lavorare dalle 7 nel primo tratto di via Masini, quello che va da viale Petrarca all’incrocio con via Rossini. In strada anche la polizia municipale, che ha provveduto a chiudere il tratto alla circolazione dei veicoli, e il tecnico forestale. «Il taglio avviene per ‘sezioni’ di strada nell’intento — dice l’assessore alla sicurezza Filippo Torrigiani — di recare i minori disagi possibili alla circolazione e agli stessi residenti. In serata (quella di ieri per chi legge) sarà riaperto il tratto chiuso e domani si ricomincia più avanti. I primi lavori che faremo, dopo la sistemazione della parte di tronco rimanente, saranno quelli sui marciapiedi, compromessi dalla crescita dei pini. A noi dispiace quanto a tutti aver dovuto compiere un intervento radicale, ma i problemi di sicurezza non si devono mai trascurare. Parlo di dispiacere visto che storicamente l’amministrazione ha sempre guardato al verde, di cui abbiamo, naturalmente parchi compresi, circa un milione di metri quadrati. Preciso che la decisione di tagliare gli alberi è stata presa in base a perizie tecnico-scientifiche, che ci hanno detto che non erano più stabili e a rischio di caduta, e che la scelta sul tipo di piante che sostituiranno i pini sarà compiuta dai cittadini, naturalmente nel rispetto delle caratteristiche di Empoli. Voglio chiarire che l’intervento realizzato a metà agosto viene fatto in base a quanto richiesto dai residenti e dai negozianti». L’amministratore sottolinea anche che in mattinata ha avuto occasione di parlare con molti residenti che si sono detti favorevoli al taglio dei pini, «a patto però che piantiate altri alberi».

 

LA CONVIVENZA con i pini non è stata semplice per qualche abitante di via Masini, che ha metaforicamente applaudito alla decisione del Comune. In alcune case, infatti, i proprietari hanno dovuto fare delle palificazioni per contrastare le radici degli alberi che compromettevano le fondamenta delle case, senza contare l’effetto, che chiunque può vedere, delle sconnessioni dei marciapiedi e dell’asfalto sempre per effetto delle radici. «Ci si dovrebbe anche ricordare delle tante cadute di persone avvenute proprio sui marciapiedi e dei ciclisti e motociclisti che hanno perso l’equilibrio, finendo a terra, mentre stavano percorrendo via Masini».

 

IL FRONTE ambientalista non procede a senso unico. Mentre la parte politica, i Verdi, sono partiti lancia in resta contro il taglio dei pini, Legambiente si fa portatrice di una posizione diversa, più ‘dialogante’. I Verdi del circolo empolese «Mendez» hanno rincarato la dose dichiarando ieri il lutto cittadino per gli alberi di via Masini, attaccando l’assessore all’ambiente Nicolò Balducci, accusato di essere stato assente dalla partita, e lanciando una manifestazione, da farsi dopo le ferie, contro il taglio dei pini, che a quel punto non ci saranno più. Legambiente interviene invece con un parere articolato. «In linea generale non siamo certamente favorevoli al taglio di nessun albero. Anche in un ambiente urbano gli alberi, infatti, svolgono innumerevoli funzioni positive: contribuiscono a depurare l’aria, fermano sulle proprie foglie innumerevoli particelle inquinanti, impedendo che queste finiscano per essere respirate dalle persone». Gli ecologisti ricordano poi che il pino domestico, anche se molto diffuso in Toscana, ha una presenza non naturale, «che si deve alla mano dell’uomo», e che è un albero che «necessita di ampi spazi e che deve quindi essere piantato lontano da strade ed abitazioni». Questo per l’ottimo motivo che le sue radici tendono a replicare la forma della chioma, espandendosi più in larghezza che in profondità. «Ciò comporta gravi conseguenze per abitazioni e strade». Per questo Legambiente condivide, seppur a malincuore, di procedere al taglio dei pini, o almeno di quelli che sono maggiormente ammalati e che creano maggiori problemi». L’associazione chiede poi di predisporre un progetto, con il coinvolgimento dei soggetti interessati, «pensando magari alla sostituzione dei pini con piante più adatte». Infine, tra i contrari, c’è chi pensa di far intervenire la magistratura, come Michele Barberi, residente nella zona, e un’associazione ecologista di Cagliari, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che ha chiesto lumi alla giunta comunale e ha intanto informato preventivamente la procura di Firenze e la procura della Corte dei conti per la Toscana.