Empoli, 15 luglio 2011 - HA RISPOSTO alle domande che gli ha posto il pubblico ministero Giuseppe Coniglio. Il diciannovenne Matteo Gorelli di Cerreto Guidi — in carcere con l’accusa di duplice tentato omicidio nei confronti di due carabinieri, dopo la terribile aggressione del 25 aprile scorso nelle campagne di Sorano, in provincia di Grosseto — è stato interrogato nei giorni scorsi. E questa volta non si è avvalso della facoltà di non rispondere, come scelto nel corso dell’interrogatorio di garanzia, pochi giorni dopo l’arresto. In questi mesi, i ricordi si sono fatti più nitidi e il giovane studente ha fornito la sua versione. Sulla quale ovviamente c’è il massimo riserbo.
«Si è trattato di un interrogatorio molto lungo — ha spiegato l’avvocato Francesco Giambrone, che insieme al collega di Castelfiorentino Luca Tafi, assiste il giovane — doloroso per certi versi. Dove Matteo ha cercato di dare risposte che poi saranno valutate del pubblico ministero. Ora stiamo attendendo di vedere i risultati degli esami che sono stati eseguiti sul materiale sequestrato dai militari del Racis di Roma».

 

IL GIOVANE, per il resto, continua a leggere, in particolare Dostoevskij e a chiedere delle condizioni di salute dei carabinieri. Per il momento la difesa non ha intenzione di chiedere la modifica della misura cautelare. Il legale Giambrone fa visita al suo assistito varie volte alla settimana mentre per i familiari sono stati disposti sei incontri al mese di un’ora ciascuno. Per i genitori di Matteo Gorelli il peso da sopportare si fa sempre più pesante e, raggiunti al telefono, hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione.

 

DA QUEL lunedì di pasquetta Antonio Santarelli, 43 anni, appuntato dei carabinieri della Compagnia di Pitigliano, giace su un letto d’ospedale. Ora di una clinica per la riabilitazione a Imola: la «Clinica del risveglio». E’ in coma a seguito delle gravi lesioni cerebrali riportate nella brutale aggressione subita in località Le pergolacce, a una manciata di chilometri di distanza dal terreno privato dove si stava svolgendo un rave party. Al collega che era con lui, Domenico Marino 35 anni, è andata meglio, ma comunque gli rimarrano lesioni permanenti ad un occhio. Entrambi, quella mattina, stavano compiendo il proprio dovere: avevano fermato e controllato il conducente di una Renault Clio, Matteo Gorelli, appunto e gli stavano sequestrando la patente perché risultato positivo all’alcotest.