Empoli, 28 maggio 2010 - Adesso sono accuditi in paddock a misura di cavallo, negli ampi spazi della Tenuta Filicaja del conte Antonio Nardi-Dei da Filicaja Dotti a Montaione, giunti qui martedì scorso da Trequanda. I 23 cavalli tra puledri e fattrici sequestrati dalla polizia giudiziaria della Procura della Repubblica hanno trovato una loro nuova «casa» fra le verdi colline toscane. Una meta non casuale, perchè proprio il nobiluomo ha fondato la «Italian Horse Protection Association», un’associazione nata nell’ottobre scorso prendendo le mosse dalla Fondazione Flaminia, che si occupa degli equini maltrattati e si preoccupa di dare un futuro a questi animali, che si potrà concretizzare in una vendita o ancora meglio nell’affidamento degli stessi a persone che hanno voglia di aver cura di loro.

Puledri, cavalli e stalloni sono curati con passione dal conte che opera assieme a Sonny Richichi, responsabile organizzativo, e ai volontari italiani e stranieri. L’associazione «IHP» si trova nell’elenco del Ministero per la Salute e autorizzata per accogliere equini maltrattati e sequestrati in base alla legge 189 del 2004. «Fino a oggi ne avevamo 47 di cavalli, con questi 23 contiamo un aumento del 50% dei nostri ospiti — afferma il conte, che è il presidente dell’associazione — Con le nostre forze non è facile provvedere a tutte le loro necessità». Chi vuole può dare una mano all’Associazione con varie formule dalle adozioni a distanza, come si fa per i cani e per i gatti, al prendere in affidamento uno di questi animali o a dare il corrispettivo per fornire loro il fieno (contatti sul sito internet www.horseprotection.it, cellulare 328-6229264) .

Dall’azienda agricola Villa Filicaja di via Poggio all’Aglione, Richichi ci fa visitare i paddock, ampi spazi dove gli animali possono stare insieme e muoversi liberamente, trovare il pascolo e il fieno: «I puledri sono 12 in tutto e sono stati sistemati in un’area a se stante. Quando sono arrivati erano molto diffidenti. Una di loro era ferita, mentre tutti erano a rischio denutrizione», dice mentre le volontarie li accarezzano. I due stalloni scalpitano in un paddock all’ingresso, mentre le altre cavalle godono del sole in un altro spazio sottostante alla struttura principale. «Possiamo mantenere questi 23 cavalli per un mese grazie all’Associazione nazionale del trotto, ma è indispensabile trovare per loro una soluzione definitiva».