Empoli, 9 maggio 2010 - Ora è ufficiale: la gru del cantiere di Ponte a Elsa, abbandonato da 12 anni e ora in condizioni a dir poco disastrose, è pericolosa. Ciò a causa del contrappeso che perde ‘pezzi’. In seguito all’ultima ordinanza, il Comune di Empoli ha disposto nella zona precise delimitazioni ai fini dello smontaggio. L’ultimatum scadeva lo scorso 22 aprile: o si muoveva la ditta, o in sua vece il curatore fallimentare, oppure avrebbe provveduto lo stesso Comune ad intervenire. Salvo poi rivalersi per le spese, anche se non sarà facile capire a chi dovranno essere addossate.

Ma la cosa più importante sta proprio nel testo dell’ultima ordinanza: il contrappeso che tiene in equilibrio la grossa gru, che incombe sulla piazza e sulle case del paese, oltre che sullo scheletro di cemento che doveva essere un centro residenziale e direzionale, ha cominciato a sgretolarsi. Facile intuire che se ‘salta’, anche se di poco, il contrappeso, il pericolo della gru aumenta in modo esponenziale.

Proprio di questo, e non da ora, sono preoccupati i cittadini di Ponte a Elsa che vivono vicino al cantiere, e che in passato hanno indirizzato lettere di protesta al Comune di Empoli. Frequenti sopralluoghi, ed interventi dei vigili del fuoco, avevano tenuto sotto costante controllo la situazione: la gru sembrava non destare allarme.
L’ultimo provvedimento invece fa suonare più di un campanello. Per questo si è deciso di intervenire, anche se i tempi sono ancora incerti. Gli abitanti di questo quartiere di Ponte a Elsa sperano che il tutto possa ora procedere celermente, anche perché vedono nello smontaggio della gru solo la prima tappa: c’è poi da pensare a quell’immenso scheletro di cemento grigio, coi ponteggi ormai pericolanti, con lo sporco e la vegetazione che aumentano. Talora, per spirito di avventura i ragazzi del quartiere vi si avvicinano, ma il rischio è grosso. Anche questo alimenta la preoccupazione, condita dalla consapevolezza che, dopo la gru, anche lo stesso fabbricato potrebbe diventare nel lungo periodo un’altra presenza davvero scomoda.

Terminato, presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, l’iter per la procedura di fallimento, lo scorso autunno l’immobile di Ponte a Elsa è andato due volte all’asta. Ed in entrambe le occasioni l’asta è andata deserta, provocando un abbassamento anche mportante dell’importo di base da cui si partirà per la prossima asta. Chi sperava in una svolta è rimasto deluso: si deve ripartire daccapo con le procedure d’asta, i tempi sono lunghi, e aleggia la domanda.

Chi è disposto a comprare un palazzone (che secondo i progetti poteva diventare il fiore all’occhiello di Ponte a Elsa) mai terminato ed abbandonato da oltre un decennio? A prezzi non proprio da saldo (circolava la cifra di oltre 2,5 milioni di euro, adesso calati)? Anche in questo caso, molti abitanti della frazione empolese sperano in un intervento del Comune. Di questi tempi, per nulla facile, anche se l’ordinanza a suo tempo emessa dal sindaco Luciana Cappelli parla chiaro: intervento dell’amministrazione comunale e poi rivalsa nei confronti di chi rappresenta la proprietà, a qualsiasi titolo, per consentire all’ente pubblico di rifarsi delle spese sostenute.