Empoli, 18 marzo 2010 - una «pen drive» per archiviare una sorta di «contabilità parallela», pagamenti insabbiati senza corrispondere fatturazioni, rette incassate senza rilasciare la ricevuta fiscale: il tutto per un totale di 500mila euro di ricavi e costi non contabilizzati.
 

E’ il risultato di un’indagine tributaria condotta dalla Guardia di Finanza di Empoli su un istituto privato di preparazione scolastica, che ha sede in città. Il tutto è partito da accertamenti bancari su un assegno che una persona ha versato in favore della scuola e che non ha trovato riscontro sui libri contabili della stessa.
 

DA QUI i finanzieri hanno fatto partire i controlli fra i registri ufficiali della scuola privata, frequentata da 665 studenti e alla quale fanno capo 48 insegnanti. Durante un sopralluogo è stata rinvenuta una chiave Usb, supporto informatico per memorizzare i dati in formato digitale, dalla quale sono emersi due files: uno con la dicitura «incassi» e l’altro con la dicitura «prof».
 

All’intestazione seguivano la precisa indicazione di 281 studenti sui 665 che pur avendo corrisposto le rette pattuite, non avevano ricevuto il documento fiscale attestante l’avvenuto pagamento. L’importo per frequentare i corsi dalla vasta gamma formativa — geometra, liceo, ragioneria, come si legge in una nota della Guardia di finanza — variavano da 1.150 euro a 2.300 euro all’anno.
 

STESSA SORTE per almeno 26 dei 48 docenti, fra cui alcuni professionisti empolesi, ai quali non era stata rilasciata nessuna fattura a fronte dell’attività didattica svolta. La posizione dei vari professionisti-docenti è al vaglio dei militari delle Fiamme Gialle per le omesse fatturazione dei compensi.
 

IERI si sono rincorse tante voci sulla identificazione della scuola privata coinvolta nell’inchiesta della Guardia di Finanza, tanto che in molti hanno pensato che si trattasse della scuola privata «Leonardo da Vinci», operante da circa venti anni in città con serietà e accreditata come agenzia formativa dalla Regione Toscana. La possibilità che si trattasse proprio della scuola che ha sede a Empoli e Pontedera, è legata alla vasta gamma di corsi offerti.
 

NE ABBIAMO parlato con il direttore dell’istituto privato, che ha sede in via IV Novembre, Carlo Nigi.
«Assolutamente no, non siamo noi l’istituto scolastico di cui parla la Guardia di finanza», esordisce così il direttore Nigi alle richieste di chiarimento.
 

Direttore, molti in città potrebbero identificare questo istituto come il ‘colpevole’ della mancata contabilizzazione di una elevata somma di denaro. Siete davvero voi?
«No, noi non c’entriamo niente. Questo istituto opera a Empoli da tanti anni, non avrebbe senso per noi rischiare in questo modo. Abbiamo un nome, una reputazione, che abbiamo costruito in quasi venti anni di presenza sul territorio, che intendiamo mantenere».
 

Come è venuto a conoscenza dei fatti?
«L’ho saputo da mia moglie che oggi pomeriggio (ieri, ndr) mi ha telefonato dopo aver visto il servizio andato in onda al Tg regionale in televisione. E poi, dopo di lei, mi hanno chiamato anche altri, perchè comunque è il mio settore e pensavano che potessi sapere qualcosa. Se ci fossero stati problemi con la nostra contabilità la Guardia di Finanza mi avrebbe chiamato, l’avrei certamente saputo».
 

Le Fiamme Gialle parlano di controlli effettuati all’interno della scuola e di una ‘pen drive’ rinvenuta nell’anonimo istituto sulla quale sono stati trovati pagamenti insabbiati. I finanzieri sono mai stati qui?
«Sì, nel mese di luglio scorso sono stati condotti dei controlli incrociati sui nostri registri contabili, ma non mi risulta sia emerso niente di irregolare.  Anche alcuni nostri collaboratori hanno ricevuto una visita dai militari, ma è la normale attività svolta dalla Finanza. Comunque, sono questioni private che riguardano singole persone, non la scuola».
 

Dalle indagini risulta che le cifre delle rette ‘evase’ oscillino tra i 1.150 e i 2.300 euro. Quanto costa un corso annuale alla ‘Leonardo da Vinci’?
«Con quelle cifre noi non riusciremmo neanche a stare aperti. Gestire questa scuola ha dei costi elevati, tra il personale, le bollette e la manutenzione della struttura. Le nostre tariffe sono molto diverse da quelle riportate dalla Guardia di Finanza. I nostri corsi arrivano a costare agli studenti anche 4.000 euro. Le cifre della scuola in questione non ci sono sul nostro listino prezzi. Non risultano neppure e se sommiamo iscrizioni e rette parziali».
 

Quindi lei smentisce categoricamente che il suo istituto sia coinvolto in questa operazione?
«Sì, noi siamo estranei a questi fatti. Ripeto, se ci fossero stati dei problemi l’avrei saputo, sarei stato avvertito dalla Finanza. e non mi piace neppure che in città si pensi che la scuola ‘incriminata’ sia la Leonardo da Vinci».