Dipendenti costretti alle ferie forzate

Trenta lavoratori a busta paga zero

La protesta dei lavoratori

La protesta dei lavoratori

Empoli, 30 luglio 2014 - Appalti che si susseguono a scadenza pressoché annuale. L’incertezza del domani professionale di una trentina di lavoratori, che va avanti ormai da anni. Per qualcuno addirittura buste paga a zero o con tanto di denaro da restituire all’azienda. E’ stata questa la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso, spingendo i lavoratori della cooperativa Logica a manifestare il loro disagio con uno sciopero di due ore davanti ai cancelli dell’azienda del gruppo Bindi di Milano. “Sono cento in tutto le persone impiegate nell’azienda di via Limitese - spiega Massimiliano Fabozzi della Filcams-Cgil di Empoli - Trenta sono quelli che lavorano in appalto per la cooperativa Logica, attualmente in carica, dopo l’ennesimo cambio avvenuto tra aprile e maggio, che hanno deciso di protestare. Le motivazioni? La mancanza di stabilità e di certezze, l’impossibilità di veder riconosciute le proprie spettanze a causa dei continui passaggi, adesso anche le buste paga a zero”.

Insomma, gli operai vogliono certezze tanto dalla quanto da chi ha in affidamento l’appalto in questa fase. “Scatti di anzianità, ferie, permessi, per noi sono un’utopia - spiega Matteo Cesari, delegato della Rsa Logica - Ogni volta che cambia appalto noi ci troviamo a ripartire da zero e, come se non bastasse, da quando siamo stati ‘tagliati’ fuori da una delle tre linee di produzione, a turno veniamo messi a casa, in ferie forzate, e da qui nasce il nostro debito. Non essendo richiesta la cassa integrazione - spiega - il nostro stare a casa ci fa ‘spendere’ giorni di ferie o permessi che in realtà non riusciamo a guadagnare nel nostro anno o poco più lavorativo, per una delle realtà del consorzio di aziende e cooperative alle quali affida gli appalti. Così, alla fine dei giochi, ci vediamo arrivare buste paga a zero, eredità del precedente datore di lavoro: dobbiamo restituire i soldi per ferie e permessi usufruiti ma non maturati”.

Insomma, i lavoratori stanno a casa a spese loro. Una situazione, quella del cambio appalti, “alla quale è necessario trovare una soluzione quanto prima - sottolinea Cesari - Non possiamo più andare avanti così, anche perché di appalto in appalto fino ad ora ci hanno riassunti tutti ma, se il lavoro dovesse diminuire, che garanzie abbiamo?”.