Chiusura Opg, arriva il commissario. Il governo gioca la carta Corleone

Troppi ritardi, la Regione Toscana finisce nel mirino dell’esecutivo

Il garante dei detenuti Franco Corleone

Il garante dei detenuti Franco Corleone

Montelupo Fiorentino, 14 febbraio 2016 - «La nomina del Commissario unico per le sei regioni inadempienti rispetto alla legge sugli Opg è stata portata in Conferenza delle regioni e non ha avuto parere favorevole. Ma il Governo va avanti sulla sua strada». Lo ha dichiarato il sottosegretario alla salute Vito De Filippo. Il nome designato dal Consiglio dei Ministri è quello Franco Corleone, garante dei detenuti e già sottosegretario alla Giustizia: una scelta fortemente sollecitata anche dal ministero della salute dopo gli infiniti ritardi accumulati nell’applicare la misura di chiusura dell’Opg. Primo compito del commissario straordinario sarà garantire la chiusura degli ex Opg e attivare tempestivamente le strutture residenziali sanitarie gestite dalla sanità territoriale.

Oltre alla Toscana, le regioni commissariate (in cui complessivamente ancora si trovano 164 reclusi) sono Calabria, Abruzzo, Piemonte, Puglia e Veneto. «Il parere espresso dalle Regioni - specifica De Filippo - non è vincolante, quindi a breve il Consiglio dei Ministri deciderà». Intanto il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, accompagnato dal consigliere comunale di MontelupoNelCuore Federico Pavese e dal sindacalista NurSind Roberto Gambassi, ha visitato la Rems di Volterra, dove sono destinati tutti gli internati dell’Opg di Montelupo. Diverse le criticità rilevate dalla delegazione, che saranno oggetto di proposte di modifiche legislative a livello regionale e nazionale. Ad oggi gli internati provenienti da Montelupo ospitati a Volterra sono 14, a fronte di una cinquantina ancora in attesa del trasferimento. «La struttura si trova in un padiglione dell’ex ospedale di Volterra - ha spiegato Pavese - Un mini carcere con sbarre all’ingresso e con un presidio perimetrale composto da due guardie giurate che non hanno facoltà di intervenire armate. Possono solo chiamare le forze dell’ordine nel caso in cui ce ne fosse la necessità». Ma non c’è solo il problema della tempestività di intervento a preoccupare.

«Il personale medico sanitario impiegato è tutto al femminile - sottolinea Pavese - Figure professionali che stanno facendo formazione in itinere e che non sono tutelate come dovrebbero». Lo conferma anche Gambassi, ex agente penitenziario e infermiere che ha lavorato sia all’Opg di Montelupo che nel reparto di psichiatria nella Asl 11. «Nonostante creda nella professionalità del dirigente medico della struttura volterrana, sono seriamente preoccupato per la sicurezza degli operatori e dei pazienti stessi. Come si è potuto pensare di realizzare dal nulla una Rems di corsa, anziché riconvertire l’Opg montelupino recentemente ristrutturato? Una struttura a misura d’uomo, destinata all’inutilizzo».