"Trasferiscono interi reparti in altre aziende"

I timori per il futuro di Colorobbia Italia nell’assemblea dei lavoratori

L'assemblea dei lavoratori della Colorobbia Italia

L'assemblea dei lavoratori della Colorobbia Italia

Empoli, 5 maggio 2015 - "Siamo alla terza procedura di cassa integrazione in un paio di anni, una situazione che ci preoccupa molto per il futuro di Colorobbia Italia». Alessandro Ceccanti, Maurizio Faggioli, Massimo Falorni e Remo Bertelli della Rsu dell’azienda di Sovigliana hanno appena terminato l’assemblea con i lavoratori, ieri, per fare il punto della situazione dopo l’avvio della ‘cassa’ per tutti i 150 addetti: praticamente sarebbero esclusi solo i dirigenti.

"Noi avevamo chiesto un piano industriale per capire fino in fondo e con chiarezza le prospettive dello stabilimento. Non abbiamo avuto risposte soddisfacenti: navighiamo a vista". Nella fabbrica vinciana, dal 2013 ad oggi, il personale è diminuito di 50 unità (erano 200), tra chi ha trovato un posto presso altre società e chi è andato in pensione.

"E poi, e questo è il problema più grande con cui dobbiamo fare i conti, stiamo assistendo – proseguono i delegati sindacali – allo spostamento di interi reparti, come quello della graniglia (produzione di materiale in vetro, diciamo così, per la ceramica, n.d.r.) ‘trasferito’ a Fiorano, dove c’è un’altra impresa del gruppo". Colorobbia Italia, oltre a vernici per ceramiche, produce tra l’altro minio e smalti porcellanati per elettrodomestici di alta qualità, il comparto di punta. L’assemblea dei dipendenti si è svolta fuori dalla fabbrica, alla Casa del popolo di Sovigliana, con la presenza, oltre che di molti lavoratori, delle Rsu di altri stabilimenti del gruppo e del sindaco di Vinci, Giuseppe Torchia, che si è detto molto preoccupato per le sorti dell’impresa, visto che solo pochi mesi fa i dirigenti gli avevano prospettato l’ipotesi di un ampliamento dello stabilimento.

"Noi siamo convinti – aggiungono i delegati – che Colorobbia Italia, nonostante la crisi dell’edilizia, abbia delle possibilità, a patto che i vertici prendano in considerazione l’ipotesi di nuovi prodotti e che soprattutto spingano con determinazione sui temi della ricerca e dell’innovazione, dei quali un’azienda che vuole rimanere sul mercato non può fare a meno".

In assemblea è stato posto anche il tema della gestione della cassa integrazione. "Si è detto che la procedura avrebbe interessato tutti, ad eccezione dei dirigenti, ma vediamo, all’atto pratico, che sono molto più ‘toccati’ gli operai rispetto ad altre figure professionali. Dopo una discussione sui temi aziendali, l’assemblea ha dato mandato alla Rsu di verificare anche la possibilità di azioni di lotta". Al momento, quindi, scioperi o altre agitazioni sindacali rientrano tra le ipotesi, per così dire, ma ancora non sono stati proclamati.